Global Teaching Labs – Programma del MIT presso le Scuole secondarie di secondo grado del FVG

Una risposta alla necessità di valorizzazione delle discipline scientifiche attraverso un approccio stimolante ed efficace

Il progetto GLOBAL TEACHING LABS MIT 1 è inserito nel programma di cooperazione internazionale voluto dalla Regione FVG con il Massachusetts Institute of Technology di Boston (MIT).

L’accordo firmato con le università regionali e il MIT ha permesso alla Regione di avviare un programma triennale con obiettivi di eccellenza quali il trasferimento di competenze tecnologiche, la valorizzazione della cooperazione scientifica, l’innovazione e l’internazionalizzazione. In questo modo la Regione, puntando sulla mobilità della conoscenza, mette a disposizione degli interlocutori statunitensi il suo articolato sistema scientifico per lo scambio di know-how e offre alle imprese presenti sul territorio preziosi suggerimenti tecnologici. La volontà è quella di creare un circolo virtuoso tra università-ricerca-innovazione-tecnologia-imprese locali in modo da cogliere le attuali sfide legate alla competitività riguardo l’innovazione, l’efficienza, la sostenibilità e l’occupazione.

Già nel primo anno di operatività, la collaborazione tra gruppi di ricerca misti ha dato vita a progetti con ambiti di applicazione molto vasti e potenziali ricadute tecnologiche in molti settori: dal green ship design integrato2, alla modellazione meccanica della crescita biologica, solo per indicare alcuni esempi3.

È in questo contesto ricco di sollecitazioni, di stimoli e di rimandi positivi che la Regione FVG ha maturato la consapevolezza dell’importanza di coinvolgere anche le scuole secondarie di secondo grado in questo processo di crescita virtuoso. Pertanto ha aderito, negli anni scolastici 2018-19 e 2019-20, al Progetto GLOBAL TEACHING LAB – MIT per l’insegnamento di materie scientifiche in lingua inglese, affidando il coordinamento della partecipazione delle scuole all’Educandato Statale Collegio Uccellis di Udine, realtà scolastica che ha posto l’internazionalizzazione del sapere tra i princìpi della propria mission.

All’Educandato è stato affidato il compito di promuovere l’iniziativa presentandola alle scuole del territorio e individuando le partecipanti, facilitando poi i contatti con l’Istituto “L. Pacioli” di Crema al quale il MIT ha affidato da alcuni anni il compito di coordinare operativamente il Progetto sul territorio nazionale.

Nell’a.s. 2018-19, hanno ottenuto l’accesso al Programma otto Istituti superiori (Vedi tabella 1), con il coinvolgimento di 13 studenti americani selezionati dal MIT tra i propri allievi.

Il Progetto prevede la presenza in classe per tre settimane di uno studente del MIT che tiene lezioni in lingua inglese su una delle materie, individuata dalla scuola ospitante, tra fisica, chimica, scienze, matematica, informatica, robotica, elettronica, debate (illustrato in seguito, n.d.r.). L’impegno previsto in aula è di 18/20 ore settimanali.

Il programma delle lezioni degli studenti del MIT (progetto didattico) viene definito dagli insegnanti delle classi coinvolte e comunicato all’istituto “L. Pacioli” di Crema, che provvede a trasmetterlo ai responsabili del progetto GTL (Global Teaching Labs) del MIT.

Ad ogni scuola possono essere affidati uno o due studenti americani.

Ai visiting-students viene assicurata l’ospitalità (vitto e alloggio gratuiti) in famiglia e la corresponsione di una borsa di studio. La sistemazione presso una famiglia, di studenti italiani o di docenti, è molto apprezzata dai ragazzi americani, perché permette loro un’esperienza più coinvolgente. Gli ospitanti a loro volta vivono un incontro speciale e la possibilità di conversare in lingua inglese.

I punti di forza di questo percorso possono essere così declinati:

  • insegnamento, attraverso un approccio stimolante e non unicamente nozionistico, delle discipline scientifiche che, nella realtà nazionale e nello specifico regionale, necessitano di maggior riconoscimento e valorizzazione da parte degli studenti per essere riscoperte e amate quali fonte di curiosità e passione.
  • esercitazione funzionale all’utilizzo della lingua inglese, sempre più veicolo essenziale in ogni percorso di studio o lavorativo;
  • per i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie di secondo grado, rappresenta un incontro di esperienze diverse: la presenza dei ragazzi MIT permette una condivisione di linguaggi, di metodi di studio esperienziali, di approcci alle discipline innovativi e per questo molto stimolanti;
  • per i/le docenti, rappresenta una preziosa opportunità per entrare in contatto con una metodologia didattica meno tradizionale, basata sull’approccio hands on4, per cogliere stimoli e idee per l’insegnamento e per raccogliere materiale didattico in lingua inglese, utile anche per la preparazione di lezioni CLIL 5;
  • per le famiglie ospitanti, rappresenta un privilegio, sia perché si sentono parte di un progetto scolastico di eccellenza, sia perché vivono insieme ai propri figli un momento di accoglienza molto fruttuoso.

Qualche attenzione particolare merita il “debate”, diventato da diversi anni materia scolastica nel mondo anglosassone. Per i ragazzi che hanno potuto e potranno cimentarsi, rappresenta una vera e propria scoperta e una efficace palestra di crescita personale. Purtroppo non è una metodologia frequente nelle aule scolastiche italiane, ma, per la sua caratteristica di favorire le life skills, ovvero le competenze trasversali, è uno strumento utile per migliorare anche il cooperative learning 6 e la peer education 7 non solo tra studenti, ma anche tra docenti.

Il “debate”, ovvero l’esercizio dell’argomentare e del dibattere, consiste in un confronto fra due squadre di studenti che sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dal docente, ponendosi in un campo (pro) o nell’altro (contro).

Il tema individuato è tra quelli di solito poco dibattuti nell’attività didattica tradizionale. Qualsiasi tema può venire affrontato in un debate: l’ambiente, l’economia, i problemi sociali, il senso dello studio di alcune materie scolastiche e molto altro ancora.

Dal tema scelto prende il via il dibattito, una discussione formale, dettata da regole e tempi precisi, preparata con esercizi di documentazione ed elaborazione critica, accompagnata da un preciso codice di condotta da mantenere durante i lavori 8.

Il debate aiuta i giovani a cercare e selezionare le fonti con l’obiettivo di formarsi un’opinione, a sviluppare competenze di public speaking e di educazione all’ascolto, ad autovalutarsi, a migliorare la propria consapevolezza culturale e l’autostima. Allena la mente a non fossilizzarsi su personali opinioni, sviluppa il pensiero critico e arricchisce il bagaglio di competenze. Al termine, il/la docente valuta la prestazione delle squadre, in termini di competenze raggiunte. Nel debate non è consentito alcun ausilio tecnologico e questo è importante, perché permette agli attori di non dipendere, nelle prestazioni, unicamente o prevalentemente dai supporti tecnologici.

L’entusiasmo registrato tra tutte le componenti degli otto Istituti superiori della Regione che hanno potuto vivere questa esperienza è significativo e tutti hanno apprezzato il valore aggiunto ottenuto in conoscenza e in ricchezza culturale offerto da questo percorso.

I risultati del primo anno di attività sono stati presentati a gennaio 2019 presso il Palazzo della Regione a Trieste, a cura dei rappresentanti dei diversi Enti coinvolti nell’esperienza. Questo momento di restituzione ha rappresentato un’occasione preziosa di narrazione delle esperienze vissute sia dalle scuole secondarie di secondo grado coinvolte, sia dalle università regionali, che collaborano con il MIT attraverso scambi di ricercatori. L’entusiasmo, la vivacità, la ricchezza di contenuto dei progetti, così come proposti durante gli interventi hanno trasmesso tutta la forza e la potenzialità di questo eccellente percorso. Molto interessante è stato anche ascoltare i docenti/ricercatori del MIT che hanno sottolineato, insieme ai colleghi italiani, la propria crescita in conoscenza, cultura e capacità di collaborazione derivate dal soggiorno in Regione.

Questa esperienza ricca e fruttuosa sta continuando anche nell’anno accademico e scolastico 2019-20: sono coinvolti dieci Istituti scolastici (Tabella 1).

Tabella 1
Elenco degli Istituti partecipanti al Progetto

Questo permetterà di raggiungere nuovi traguardi in termini di competenze, conoscenze e crescita personale di tutti i protagonisti del Progetto

Roberta Bellina
già dirigente scolastico
Educandato Statale Collegio Uccellis – Udine

 

L’articolo è stato pubblicato nella rivista Quaderno di orientamento – numero 55 – secondo semestre 2019 – primo semestre 2020.

Tutti i numeri della rivista sono consultabili al seguente link

 

Note

  1. Progetto del Massachusetts Institute of Technology noto come GTL – GLOBAL TEACHING LABS, per l’insegnamento di discipline scientifiche in lingua inglese.
  2. Il Green ship design è un approccio innovativo alla progettazione navale che riflette le crescenti richieste della società per ridurre al minimo l’impatto delle spedizioni marittime sull’ambiente. Si prevede che le progettazioni navali attuali e future siano conformi ai severi standard ambientali, ai requisiti per le nuove attrezzature e alla sostenibilità nel contesto delle prestazioni del ciclo di vita.
  3. Per approfondire, si veda https://www.sisfvg.it/it/news/opportunit%C3%A0-del-programmadi-scambio-e-formazione-regioneautonoma-friuli-venezia-giulia-e
  4. Tecnica didattica laboratoriale, basata su attività pratiche in un’ottica di sviluppo delle competenze (hands on letteralmente significa “mani dentro”, “mani in pasta”).
  5. CLIL (Content and Language Integrated Learning) è un approccio metodologico rivolto all’apprendimento integrato di competenze linguistico-comunicative e disciplinari in lingua straniera. I DPR n. 88 e 89 del 2010 disciplinano la normativa che prevede l’obbligo di insegnare, nel quinto anno della scuola secondaria di II grado, una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL.
  6. Quando si parla di cooperative learning (apprendimento cooperativo) ci si riferisce, prima ancora che a uno specifico metodo di insegnamento/ apprendimento, a un vasto movimento educativo che, pur partendo da prospettive teoriche diverse, applica particolari tecniche di cooperazione nell’apprendimento in classe. Tutte le esperienze dimostrano che il rendimento scolastico degli studenti migliora, quando si attivano i gruppi di apprendimento cooperativo. E gli insegnanti possono aiutare gli studenti a sviluppare la capacità di risolvere i problemi e le capacità sociali di cui avranno bisogno per lavorare con gli altri in aree quali le comunicazioni, la leadership, i processi decisionali.
  7. Quella della peer education, o educazione tra pari, è una metodologia didattica che si basa su un processo di trasmissione di conoscenze ed esperienze tra i membri di un gruppo di pari, all’interno di un piano che prevede finalità, tempi, modi, ruoli e strumenti ben strutturati.
  8. www.debateitalia.it

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