Disegnare nuovi futuri professionali

Una rete di scopo per l’orientamento come leva per migliorare i processi di insegnamento e apprendimento

La formazione in servizio degli insegnanti per migliorare gli esiti di apprendimento degli studenti e promuovere la loro piena educazione a una cittadinanza responsabile.

Introduzione

L’Istituto Comprensivo ‘Rita Levi Montalcini’ di Fontanafredda con la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia – Servizio Ricerca, Apprendimento Permanente e Fondo Sociale Europeo – Centro di Orientamento Regionale di Pordenone e dell’Ufficio Scolastico Regionale ha avviato una rete di formazione professionale come mezzo per promuovere l’apprendimento collaborativo degli insegnanti relativamente all’area dell’Orientamento che, alla luce delle “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente”1 , assume una funzione centrale e strategica nella lotta alla dispersione e all’insuccesso formativo. In funzione di un orientamento permanente deve prevalere una visione moderna della formazione professionale dei docenti in ingresso e in servizio. Per tale ragione, l’impegno ai vari livelli che vede oggi istituzioni e soggetti pubblici e privati uniti in uno sforzo di integrazione per andare nella direzione di una Governance integrata della formazione, va sostenuto e ampliato, affinché l’intervento orientativo assuma un ruolo strategico sul futuro di ogni persona. La proposta collaborativa tra istituzioni della Pubblica Amministrazione prevede la costituzione di una rete professionale formata da docenti referenti per l’orientamento in rappresentanza delle scuole del primo ciclo del territorio di Pordenone. Il Protocollo d’intesa si articolerà in tre filoni d’intervento:

  • didattica orientativa e formazione docenti attraverso l’avvio di laboratori di ricerca-azione;
  • materiali per l’orientamento messi a disposizione dal servizio di Orientamento Regionale;
  • condivisione e replicabilità dell’esperienza avviata a Pordenone per poi proporre questa metodologia operativa a tutto il territorio regionale, come buona pratica all’interno dei progetti di orientamento messi in atto dalle diverse istituzioni scolastiche.

La rete di scopo è costituita dall’Istituto Comprensivo “Rita Levi-Montalcini” di Fontanafredda in qualità di scuola capofila, con funzione di coordinamento della proposta formativa, con altri 17 Istituti Comprensivi facenti parte dell’Ambito 10FVG e dell’Ambito 11FVG2. Pertanto, il nostro Istituto, in collaborazione e con il supporto del Centro di Orientamento Regionale (COR) di Pordenone, intende promuovere un sistema coerente, integrato con gli altri Istituti Comprensivi del territorio di Pordenone, di iniziative formative di rete sul nucleo tematico dell’orientamento. Se adeguatamente strutturata, la crescita professionale del personale docente può determinare il cambiamento dei processi didattici degli insegnanti e, parallelamente, anche dei risultati conseguiti dagli studenti. La proposta progettuale prevede quindi la costituzione di un laboratorio di ricerca azione permanente, formato dai referenti per l’area dell’orientamento degli Istituti Comprensivi aderenti alla rete, come luogo di confronto e di riflessione professionale. Mediante la costituzione di una rete di scopo, si potrà andare nella direzione di un approfondimento dei processi di apprendimento finalizzati al potenziamento di specifiche competenze orientative che si sviluppano attraverso la didattica orientativa/orientante (responsabilità, spirito di iniziativa, motivazione e creatività, imprenditorialità giovanile). La finalità istituzionale del progetto collaborativo è quella di coinvolgere la scuola dell’infanzia e il primo ciclo per produrre “buone pratiche” di raccordo, come ad esempio facilitare le transizioni critiche, elaborare curricoli disciplinari in verticale, individuare metodologie didattiche di successo, avviare azioni di orientamento e Life Design3 in una prospettiva di genere. La proposta progettuale trova fondamento nel fatto che una crescita professionale di alto profilo può favorire tanto la qualità quanto l’equità dell’istruzione e che l’apprendimento attivo e collaborativo è uno degli elementi chiave per un’efficace formazione in servizio del personale docente (Professional Learning Network 4). La pianificazione degli interventi formativi definiti nella rete di scopo si articola nei punti che vengono di seguito esplicitati.

Finalità e obiettivi

La formazione in servizio è finalizzata a migliorare gli esiti di apprendimento degli studenti e la loro piena educazione ad una cittadinanza responsabile, attraverso una duplice strategia:

  1. Sostenere e sviluppare la ricerca e l’innovazione educativa per migliorare l’azione didattica, la qualità degli ambienti di apprendimento e il benessere a scuola.
  2. Promuovere un sistema di opportunità di crescita e sviluppo professionale per tutti gli operatori scolastici e per l’intera comunità educante.

Il Progetto sarà articolato nell’arco di un triennio; la metodologia della ricerca-azione, veicolata attraverso net-working professionali, sarà l’elemento fondativo della rete di scopo. L’obiettivo caratterizzante la formazione in rete, destinata al personale docente, sarà centrato su quattro articolazioni:

  1. Liberare le intelligenze creative;
  2. Finalizzare l’apprendimento a far emergere il potenziale di ogni studente;
  3. Potenziare le intelligenze manuali applicative;
  4. Ancorare la formazione al contesto e alla comunità di riferimento.

La rete di scopo coinvolgerà, in una prima fase di avvio e sperimentazione, gli Istituti Comprensivi dell’ex provincia di Pordenone. Per ogni fase saranno avviate azioni di monitoraggio a breve e medio termine al fine di verificarne la ricaduta nell’ambito della formazione in servizio mediante appropriati strumenti e di pianificare una possibile replicabilità delle azioni formative intraprese nelle altre realtà scolastiche regionali.

Contenuti

La proposta per la formazione in servizio degli insegnanti del primo ciclo di istruzione, articolata nell’arco di un triennio, verterà sull’approfondimento di specifici contenuti inerenti all’orientamento formativo.

a) Approfondimento sul tema del pensiero anticipante 5 mediante la partecipazione a un corso di formazione introduttivo agli strumenti e alle metodologie della teoria dell’anticipazione, con proposte di esercitazioni pratiche di futuro finalizzate ad immaginare quali potrebbero essere i cambiamenti all’interno del sistema scolastico. Il corso di formazione introdurrà e approfondirà la metodologia dell’approccio strategico propedeutico allo svolgimento di laboratori di futuro in classe. Il tema è quanto mai attuale poiché si pone in un momento di grandi cambiamenti e vuole offrire agli insegnanti strategie di pensiero e di lavoro sul futuro della scuola e nella scuola. La formazione è organizzata dalla Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia – Servizio ricerca, apprendimento permanente e Fondo sociale europeo della Regione FVG in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale.

b) Linee direttrici per una didattica orientativa che preveda la predisposizione di percorsi formativi per gli studenti, orientati a integrare i nuclei fondanti delle discipline con lo sviluppo delle competenze trasversali, le soft skills. La scuola deve andare verso la costruzione di un “modello educativo orientante”, in grado di strutturare un percorso curricolare che fornisca strumenti cognitivi, metodologici, motivazionali e affettivo-emozionali necessari per l’instaurarsi di processi di autoapprendimento e auto-orientamento continui. La dimensione orientante dell’insegnamento rappresenta una competenza chiave per la scuola del XXI secolo poiché ogni pratica didattica diventa funzionale all’orientamento quando promuove nelle studentesse e negli studenti motivazione all’apprendimento, autoefficacia, autodeterminazione e adattabilità. I Laboratori di ricerca-azione saranno coordinati dagli operatori del COR di Pordenone in collaborazione con la scuola capofila.

c) Costruzione Curricoli verticali d’istituto in ottica orientativa. Oltre ad individuare i contenuti, oggi bisogna capire “come” insegnare. Dalla Strategia di Lisbona6 in poi, tutti i documenti europei sottolineano alcuni concetti chiave, tra cui lifelong learning, lifewide learning, lifedeep learning che costituiscono le tre dimensioni dell’apprendimento (verticale-orizzontale-in profondità). Da qui deriva la necessità di strutturare dei curricoli disciplinari basati su sicuri ancoraggi cognitivi, affettivo-emotivi e metacognitivi, su offerte intenzionalmente formative in raccordo con il contesto ma soprattutto su metodologie attive e partecipate che abbiano come fine ultimo lo sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva della persona. La costituzione di “commissioni di orientamento e continuità” con funzione di gruppi di ricerca-azione presso ogni Istituto facente parte della rete, sarà lo strumento operativo.

d) Individuare modalità per l’elaborazione del Consiglio Orientativo da parte dei consigli di classe sulla base di specifici indicatori in raccordo con la famiglia. Il Consiglio Orientativo dovrebbe rappresentare un documento di sintesi tra le attitudini, gli interessi, le potenzialità e le reali possibilità lavorative esistenti, per valorizzare il percorso di ogni studente ed evitare situazioni di abbandono e di dispersione scolastica, sempre più frequenti nel passaggio dal primo al secondo ciclo di istruzione. La scuola dovrebbe andare nella direzione di una diversa strutturazione del documento relativo al consiglio orientativo, per la cui compilazione i docenti dovrebbero essere formati a considerare i seguenti indicatori:

  • Metodo di studio maturato nel corso del triennio;
  • Metodo di lavoro osservato in situazioni concrete (attività laboratoriali);
  • Stile di apprendimento prevalente;
  • Risorse personali maturate dallo studente per affrontare un nuovo contesto scolastico in base ad apprendimenti formali, informali e non formali;
  • Risultati raggiunti rispetto alle discipline;
  • Preferenze di studio mostrate dallo studente nel corso del triennio;
  • Atteggiamento dello studente rispetto alla scelta scolastica (visioni condivise o divergenti con la famiglia).

Questi indicatori dovrebbero costituire parte integrante e argomentata del Consiglio Orientativo elaborato alla fine del primo ciclo di istruzione.

Elementi metodologici

Il progetto, nella sua articolazione triennale, prevede il seguente ciclo di attività inerenti al metodo, alla disseminazione delle buone pratiche e alla loro possibile replicabilità, per una formazione in servizio, altamente qualificante, in Regione.

a) Formazione destinata ai docenti sul tema del “pensiero anticipante”: la struttura formativa utilizzata è di tipo esperienziale, l’Experiential Learning Model 7, assume una prospettiva di ricerca e di autoanalisi ed è mirata ad intraprendere un’attività laboratoriale in classe con gli studenti. La proposta formativa prevede un approccio operativo proprio per facilitarne la trasferibilità in classe. Nel primo anno di attivazione del percorso formativo si potrebbero costituire dei sottogruppi di lavoro formati dalle referenti per l’orientamento di ogni scuola, con funzione di coordinamento delle relative commissioni presso ogni istituto comprensivo.

b) La costruzione di Curricoli verticali d’Istituto, strutturati secondo l’ottica della didattica orientativa, presuppone un diverso approccio metodologico all’elemento orientante presente in ogni disciplina. Individuare delle Linee direttrici per costruire strumenti per la didattica orientativa presuppone una riflessione da parte della comunità professionale nonché una rielaborazione teorica dell’esperienza formativa attraverso la costituzione di laboratori di ricerca-azione in cui strutturare materiali trasferibili e sperimentabili nella prassi didattica. La metodologia del laboratorio di ricerca-azione rappresenta una formazione in servizio efficace, in quanto, attraverso l’utilizzo di modalità cooperative, si creano spazi formativi esperienziali per elaborare nuove proposte e occasioni di crescita professionale. Nell’ambito degli stessi sottogruppi, un importante input per elaborare nuove proposte potrebbe essere costituito dall’elaborazione di un format da condividere e utilizzare in tutte le scuole in rete, relativo alla definizione del Consiglio orientativo. I laboratori di ricerca-azione, attivati in modo sistemico nel corso del secondo e terzo anno di sperimentazione della rete professionale, potrebbero coinvolgere, oltre alle figure strumentali per l’orientamento, anche i docenti referenti delle commissioni deputate alla definizione dei curricoli d’Istituto, alla stesura del PTOF e alla continuità e orientamento.

c) La strutturazione di una leadership distribuita, definita attraverso le referenti per l’orientamento e in grado di riprodurre il modello esperienziale formativo acquisito nel corso della formazione in rete all’interno delle proprie istituzioni scolastiche, rimane determinante al fine di una efficace riuscita della proposta formativa in rete. Appare evidente che nel campo delle competenze attivate, il lavoro cooperativo determinerà la promozione e il potenziamento dell’agire professionale dei docenti.

d) La disseminazione della proposta formativa in rete assume un’alta valenza professionale nella misura in cui si individueranno le metodologie più appropriate per divulgare buone pratiche nelle scuole del territorio di Pordenone che non hanno fatto parte della rete, ma soprattutto per promuovere la replicabilità dell’esperienza formativa nella Regione FVG.

e) La replicabilità sarà possibile se nella prima fase di avvio si presterà attenzione alla corrispondenza tra fasi, azioni e tempi e all’implementazione di azioni propedeutiche importanti che attengono la formazione dei docenti, costruendo un circolo virtuoso tra formazione e ricadute nella didattica disciplinare. Si potrà replicare la proposta della formazione in rete in altri territori dopo aver condiviso documentazione e socializzazione:

  • presentare il lavoro in rete per la valutazione esterna da parte di chi non ha partecipato al progetto e mostrare attraverso le forme più diversificate di narrazione (persone, eventi, strumenti, circostanze) che cosa si è fatto e come lo si è vissuto;
  • lasciare un modello di percorso formativo possibile, riproducibile in futuro. In fase consuntiva si potrà analizzare il dato concreto di comparazione tra quanto ideato e quanto realizzato; tale comparazione è necessaria per attivare i processi di miglioramento (riprogettare, rimozione degli ostacoli, potenziamento dei facilitatori di percorso);
  • indicare le modalità attraverso le quali si intende far conoscere il progetto complessivo e le attività di socializzazione degli aspetti più significativi (comunicazione intra ed extraistituzionale).

f) Realizzare momenti di incontro con le famiglie e perseguire un dialogo costante, con strumenti di vario tipo (colloqui, questionari, assemblee, incontri di formazione/informazione) nonché informare sull’importanza del documento relativo al consiglio orientativo.

g) Pubblicizzazione della proposta formativa in rete sulle pagine dedicate all’interno dei siti web delle scuole coinvolte nelle iniziative e, in generale, in tutte quelle attività di comunicazione e disseminazione che saranno implementate. Tutti i prodotti e gli strumenti, realizzati nell’ambito dei laboratori di ricerca-azione, saranno caricati su apposita piattaforma relativa ai risultati, che verrà condivisa con i docenti non coinvolti direttamente nella proposta formativa.

Monitoraggio e valutazione della proposta formativa

Andranno verificati i processi, attraverso schede osservative ed auto osservative, e i risultati di apprendimento attraverso modalità di tipo cooperativo. La verifica e il monitoraggio partiranno dai dati quantitativi del progetto formativo (quante scuole aderenti, quanti partecipanti rispetto agli interessi manifestati) e seguiranno con i dati qualitativi (gradimento delle iniziative, questionari, interviste individuali e di gruppo, ecc.).

Per il monitoraggio e la valutazione delle attività saranno creati degli appositi strumenti, l’apporto di ogni scuola della rete sarà determinante per avere un quadro completo dei progressi fatti. Saranno adottati strumenti e griglie valutative per la rilevazione di indicatori quantitativi e qualitativi.

Protocolli di follow up saranno definiti dopo ogni attività, le singole scuole della rete faranno una valutazione ex post dell’esperienza formativa anche valutando i learning outcomes sulla base di strumenti esperiti e modalità comuni di progettazione didattica definita.

Saranno soggetti a protocolli di follow up, nell’arco del triennio, strumenti e prodotti di risultato individuati per ogni singolo anno scolastico:

1) Output anno scolastico 2020-2021

– costituzione rete di scuole e definizione del Protocollo d’intesa con la Regione FVG;

– sviluppo e avvio della realizzazione dei laboratori di futuro nelle classi dei docenti che hanno aderito alla formazione sul pensiero anticipante;

– consolidamento della metodologia dell’approccio strategico e propedeutico allo svolgimento dei laboratori di futuro nelle loro classi;

– disseminazione e scambi di buone pratiche tra le scuole aderenti alla rete di scopo e relativa alla formazione sul pensiero anticipante attraverso la costituzione di gruppi di riflessione.

2) Output anno scolastico 2021 – 2022

– definizione delle Linee direttrici per una didattica orientativa;

– strutturazione di un piano di formazione per i docenti sull’applicazione della didattica orientativa.

3) Output anno scolastico 2022-2023

– costruzione di un curricolo verticale d’Istituto in ottica orientativa per le discipline di italiano storia e matematica;

– realizzare Unità Didattiche di Apprendimento (UDA) in chiave laboratoriale (cooperative learning – networking);

– definizione strutturale del documento inerente al consiglio orientativo;

– individuare modalità per realizzare momenti di incontro con le famiglie e perseguire un dialogo costante, con strumenti di vario tipo;

– prospettare l’integrazione del progetto nei curricula e nell’offerta formativa degli istituti;

– disseminazione dei risultati, attraverso approcci diversificati (questionari, griglie, indicazioni operative, strumenti didattici ecc.) utilizzabili a livello regionale per la diffusione delle buone pratiche nell’area dell’orientamento formativo.

Considerazioni conclusive

Le reti hanno assunto un ruolo strategico per lo sviluppo di forme di decentramento maggiormente rispondenti e in grado di interpretare più efficacemente i bisogni delle differenti comunità scolastiche, come luogo di confronto professionale e di rilevanti esperienze di networking.

Diventa importante cercare di rafforzare questa pratica, quale leva di potenziale innovazione sociale, soprattutto in tempi di emergenza, attraverso azioni di ricerca a supporto delle diverse forme di collaborazione, apprendimento e attribuzione di significato per stakeholder diversi.

Giuliana Silvestri
Docente di scuola primaria presso l’IC di Fontanafredda (PN)
Referente per l’Orientamento preventivo e sperimentale

 

L’articolo è stato pubblicato nella rivista Quaderno di orientamento – numero 57 – secondo semestre 2021.

Tutti i numeri della rivista sono consultabili al seguente link

 

Bibliografia

  • Argentino A. Per una didattica orientativa/orientante. La formazione come scelta consapevole. ANICIA, 2016.
  • Blanchard K., Carew D., Parisi-Carew E. Costruire gruppi di successo. Franco Angeli, 2016.
  • Covey S. Le sette regole del successo. Franco Angeli, 2016.
  • Di Fabio A. Didattica Orientativa nella scuola. Percorsi multidisciplinari per l’orientamento. Centro Studi Erickson, 2014.
  • Di Fabio A. (a cura di) Career counseling. Guida teorica e metodologica per il XXI secolo. Centro Studi Erickson, 2021.
  • Mariani A. (a cura di) L’ orientamento e la formazione degli insegnanti del futuro. Firenze University Press, 2014.
  • Nota L., Soresi S. Autoefficacia nelle scelte. La visione sociocognitiva dell’orientamento. Giunti O.S., 2000.
  • Quaglino G.P., Casagrande S., Castellano A. Gruppo di lavoro – Lavoro di gruppo. Raffaello Cortina, 1992.
  • Rivoltella P. C. (a cura di) Scuole in rete e reti di scuole. Fondazione IBM ITALIA ETAS, 2003
  • Rossi Doria M., Tabarelli S. (a cura di) Reti contro la dispersione scolastica. Centro Studi Erickson, 2016.
  • Soresi S., Nota L., Santilli S. (a cura di) Il contributo dell’orientamento e del counselling all’agenda 2030. Edizioni Cleup Padova, 2019.
  • Soresi S., Nota L. L’orientamento e la progettazione professionale. Il Mulino, 2020.

Note

  1. (NdR) Documento trasmesso dal MIUR agli Uffici Scolastici Regionali e alle Istituzioni scolastiche con nota nr 4232 del 19/02/2014
  2. (NdR) Ai sensi della Legge n. 107 del 13 luglio 2015, art.1 comma 66, l’USR del FVG con nota nr 1913 del 27 febbraio 2016, suddivide il territorio della Regione in 11 Ambiti territoriali in riferimento alle sedi di dirigenza delle Istituzioni scolastiche; le scuole dell’area pordenonese sono rappresentata negli Ambiti 10 e 11.
  3. Il Life Design rappresenta un approccio sociocognitivo all’orientamento (Savickas et al., 2009) in cui una particolare centralità viene riconosciuta alla persona dinamicamente ritenuta in grado di orientare significativamente, anche se non completamente, i propri comportamenti in funzione delle proprie anticipazioni, rappresentazioni ed aspettative. Nell’ambito del Life Design ci si sofferma a considerare con attenzione nuove e importanti dimensioni, quali l’adattabilità professionale, la speranza, l’ottimismo e il coraggio. Il costrutto dell’adattabilità professionale gioca un ruolo essenziale per favorire una costruzione di sé professionale ricorsiva e dinamica per adattarsi alle richieste impreviste delle condizioni lavorative (Savickas, 2013).
  4. Il Professional Learning Network va inteso come forma di apprendimento collaborativo nell’ambito di una rete strutturata attorno ad una specifica area di formazione e rappresenta una modalità di formazione in servizio molto efficace. Le origini teoriche della rete professionale, intesa come luogo di connessione per l’apprendimento personale e professionale, si possono individuare nel connettivismo di G. Siemens e S. Downes secondo cui l’apprendimento può diventare un processo espressamente progettato per scopi di sviluppo professionale verso nuove competenze.
  5. (NdR) Per approfondimenti si segnalano: la recensione, disponibile in questo numero di Quaderni di orientamento, del testo Lavorare con il futuro di R. Poli; l’articolo Emanuelli C., Brunori F., Poli R. Future skills: L’anticipazione a supporto della didattica orientativa. I laboratori nelle scuole secondarie di I e II grado Quaderni di Orientamento, 53, II2018, 22-26
  6. Strategia di Lisbona – Commissione delle Comunità Europee, Realizzare uno spazio europeo dell’apprendimento permanente, Com (2001) 678 Bruxelles, 21.11.2001.
  7. L’Experiential Learning Model va inteso come modello di apprendimento con la prospettiva di ricerca e di autoanalisi nella formazione dei docenti, l’apprendimento stesso si configura come processo dove la conoscenza si sviluppa mediante l’osservazione e la trasformazione dell’esperienza (D.A. Kolb). L’integrazione tra teoria e pratica necessaria ai fini dell’apprendimento è facilitata dalle dinamiche dei gruppi professionali in cui l’apprendimento nasce dal confronto tra le esperienze vissute dal gruppo stesso e le conoscenze teoriche giungendo alla sperimentazione che costituisce lo scopo del percorso formativo.

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