Apprendimento permanente e soft skills: il progetto di cooperazione internazionale con Israele

Learning city

Arriva da Modi’in (Israele) il modello di Learning City, “città che apprende”, esempio virtuoso di integrazione tra sistema formativo, istituzioni e imprese per lo sviluppo continuo delle competenze e il progresso sociale.

The pressing need for education, in every region, town and nation should concentrate on Learning throughout life, so humankind can give new birth to plans to save our unique earth and halt the constant slide to hate and strife”1

Norman Longworth, uno dei massimi esperti in tema di apprendimento permanente, consulente dell’“Institute on Lifelong Learning’s International Platform on Learning Cities” dell’Unesco, con queste parole ha espresso il concetto di educazione permanente, definendolo il volano per il progresso sociale e il benessere delle persone e delle comunità in cui vivono.

Era il 21 novembre 2017 e Longworth interveniva come keynote speaker al convegno annuale del Fondo Sociale Europeo, organizzato a Trieste dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Un evento che aveva come obiettivo quello di riflettere sul tema della formazione lungo tutto l’arco della vita e sulle modalità per consolidare il modello di “Rete regionale dell’apprendimento permanente” sperimentato dalla nostra Regione.

Dopo questa importante esperienza, si è ulteriormente sviluppato l’impegno della Regione Friuli Venezia Giulia verso questi principi e si sono aperte nuove e stimolanti iniziative.

Oggi la nostra Regione, grazie a un progetto di collaborazione internazionale con Israele, intende candidarsi a diventare una “Learning Region”, aderendo al modello voluto dall’Unesco che nel 2015 ha istituito il “Global network of Learning Cities”2 (la rete globale delle “città che apprendono”) una rete di comunità e città223 in 51 Paesi del mondoche hanno abbracciato l’idea dell’“imparare per tutta la vita” come essenziale per lo sviluppo della società

Apprendere lungo tutto l’arco della vita: un’opportunità, un diritto

Per contribuire all’inclusione sociale e lavorativa delle persone, la formazione deve essere permanente, diffusa e accessibile a tutti, soprattutto in uno scenario come quello odierno, che cambia a ritmi sempre più accelerati.

È fondamentale, oggi, mettere a disposizione dei cittadini un’ampia gamma di competenze che si evolvano nel tempo, rendendoli capaci di fronteggiare sfide ed esigenze sempre nuove. Tali opportunità devono essere accessibili a tutti e lungo tutto l’arco della vita, anche al di fuori dei contesti di apprendimento “formali” (le istituzioni scolastiche e formative), nei contesti legati alla vita quotidiana, al lavoro e al tempo libero (contesti “informali” e “non formali”).

Le opportunità di apprendere devono inoltre essere diffuse sul territorio grazie alla messa in rete di servizi integrati (istruzione, formazione e lavoro) e devono riguardare il rafforzamento di competenze sia tecniche che trasversali. Queste ultime – le cosiddette soft skills – sono oggi particolarmente importanti poiché riguardano la capacità di attivarsi in diversi ambiti professionali e di vita, di affrontare i cambiamenti, di porsi obiettivi raggiungibili e di relazionarsi efficacemente con se stessi e con gli altri. Tutto questo contribuisce ad aumentare le probabilità di successo professionale e, più in generale, la qualità della vita delle persone. Nella dinamicità del contesto odierno, i selezionatori delle aziende più innovative segnalano che, mentre le competenze tecniche possono essere acquisite e perfezionate dopo l’ingresso di un lavoratore nell’Azienda, è proprio sulle soft skills che si incentra il processo di selezione di un candidato.

Il principio dell’apprendimento permanente è centrale nelle politiche europee, che hanno definito chiari obiettivi di innalzamento del livello di formazione degli adulti entro il 2020. La Strategia europea prevede infatti di raggiungere entro il prossimo anno il target del 15% di persone tra il 25 e i 64 anni impegnate in percorsi di apprendimento formale e non formale (a fronte dell’attuale 10%).

A livello nazionale, il concetto di lifelong Learning è definito dalla Legge 92 del 2012 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, che, recependo le indicazioni europee, lo qualifica come l’insieme delle “attività intraprese dalle persone in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale”.3

L’apprendimento lungo l’arco della vita è considerato anche un diritto individuale (art. 4 Costituzione), che si realizza attraverso un processo individuale intenzionale di autoorientamento che mira ad accrescere, ampliare le competenze e le conoscenze possedute.

Figura 1
Figura 1 – Illustrazione di Erika Samsa per l’evento “Scenari Educativi. La Regione FVG per l’apprendimento permanente” – Trieste, 21 novembre 2017, con la partecipazione di Norman Longworth
Figura 2
Figura 2 – Trieste, gennaio 2019 – Visita della delegazione di Israele in Friuli Venezia Giulia

Con la Conferenza unificata Stato Regioni del 10 luglio 2014 l’educazione lungo tutto l’arco della vita viene definita come “il diritto di tutti a imparare”, in modo continuativo, per essere in grado di fronteggiare le sfide che la società della conoscenza pone davanti ogni giorno.

In Friuli Venezia Giulia sono tre, in particolare, le misure che recepiscono questi principi e danno atto a interventi concreti di sostegno all’educazione permanente attraverso la creazione di una filiera di servizi integrati sul territorio.

La legge regionale 27 del 2017 “Norme in materia di formazione e orientamento nell’ambito dell’apprendimento permanente” riconosce la centralità della persona e l’opportunità del rafforzamento continuo di competenze e conoscenze e sostiene l’integrazione tra i sistemi di istruzione, formazione, lavoro ed altri soggetti del territorio, come i Centri di educazione degli adulti e, in ambito non formale, le Università delle libere età, per giungere alla creazione di Reti regionali dell’apprendimento permanente.

Con la legge regionale 41 del 2017 “Interventi a sostegno delle Università della terza età e della libera età nell’ambito dell’apprendimento non formale”, l’amministrazione regionale riconosce il rilievo culturale e sociale degli Enti che si occupano di formazione degli adulti e degli anziani e promuove il benessere, l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva attraverso percorsi educativi lungo tutto l’arco della vita. La misura sostiene le strutture che offrono opportunità di apprendimento permanente, considerando queste ultime strumenti efficaci per promuovere la centralità e il benessere delle persone, la loro realizzazione personale, culturale e sociale, mezzi che favoriscono la partecipazione delle persone alla vita sociale, l’integrazione, l’inclusione e l’esercizio di una cittadinanza attiva, consapevole e responsabile.

La legge regionale 13 del 2018, “Interventi in materia di diritto allo studio e potenziamento dell’offerta formativa del sistema scolastico regionale”, infine, riconosce l’importanza di trattare il tema dell’educazione permanente anche nelle scuole, favorendo lo sviluppo di un sistema educativo innovativo capace di generare processi attivi di apprendimento e favorire l’inserimento lavorativo dei ragazzi e delle ragazze. La norma sostiene azioni di informazione, consulenza orientativa e assistenza tecnica a scuole, famiglie e giovani per favorire scelte consapevoli in linea con attitudini e prospettive occupazionali.

Il Friuli Venezia Giulia verso l’adesione al modello delle Learning cities: il progetto con Israele

Il contesto normativo appena illustrato, la sensibilità e l’esperienza maturata dall’amministrazione regionale verso il tema del lifelong Learning, nonché l’esistenza in FVG di un collaudato sistema di Enti di Formazione professionale accreditati e di Centri per l’educazione degli adulti coinvolti in innovativi progetti europei, costituiscono il background ideale per la nascita del progetto di collaborazione internazionale con Israele: “L’apprendimento permanente in ambito formale e non formale: lo sviluppo delle soft skills”.

L’iniziativa è stata avviata nel 2018, grazie alla decennale collaborazione, nel campo dell’educazione degli adulti, tra l’Università della LiberEtà del Friuli Venezia Giulia4 e il Multi-Disciplinary Center of Modi’in 5 , centro israeliano di eccellenza nel settore dell’apprendimento permanente. Il partenariato è composto da soggetti istituzionali, l’Università della LibertEtà e la Regione FVG, rappresentata dal servizio Apprendimento permanente e Fondo Sociale Europeo e dal Servizio Relazioni Internazionali e da partner tecnici e operativi, l’Agenzia di sviluppo regionale Informest FVG, l’Agenzia Erasmus+ Italia/Indire, l’unità italiana di Epale (piattaforma elettronica per l’apprendimento degli adulti in Europa) e l’Associazione Temporanea di Impresa (ATI) Effepi FVG, costituita da Enti accreditati di formazione professionale del Friuli Venezia Giulia. I partner internazionali sono il già citato Centro multi-disciplinare di Modi’in, il Comune di Modi’in e l’Unione delle municipalità israeliane, rappresentativa delle autorità locali nei rapporti con il governo israeliano.

Obiettivo generale del progetto è scambiare conoscenze ed esperienze utili per la costruzione di una comunità scientifica internazionale, per la diffusione del modello di Learning City nella nostra Regione. Si intende sviluppare una comunità di cittadini attivi capaci di acquisire, in contesti formali e non formali, competenze tecniche e trasversali lungo tutto l’arco della vita, così da riuscire a cogliere le diverse opportunità di sviluppo dei progetti di vita (formativi, lavorativi ma anche personali).

Tale modello, già ampiamente applicato in Israele, si basa sull’idea dell’educazione permanente come condizione fondamentale per il progresso, l’innovazione, la partecipazione civile e lo sviluppo economico delle città. Risponde alla necessità di fornire alle persone strumenti efficaci per migliorarsi, favorire le pari opportunità, ridurre il divario sociale e costruire nuovi standard di business, attraverso una migliore integrazione dei cittadini nel mondo del lavoro e l’aumento delle prospettive di carriera.

Tra i capisaldi della Learning City c’è l’idea che l’apprendimento permanente debba realizzarsi in un sistema integrato che coinvolge le istituzioni, il mondo dell’impresa e qualunque altro settore della società; il modello, inoltre, sostiene che l’attore principale del sistema sia colui che apprende, non chi eroga l’apprendimento. La sfida è quella di passare da tanti cittadini (singoli) che apprendono ad una comunità diffusa di apprendimento.

In Friuli Venezia Giulia esistono condizioni adeguate per la promozione del modello “Learning City” e “Learning Region”. Si riscontra infatti l’interesse dei vari attori del sistema per promuovere l’educazione degli adulti e garantire il diritto all’apprendimento permanente delle persone, anche attraverso il sostegno allo sviluppo delle soft skills. Il potenziamento delle competenze trasversali, effettuato in FVG anche attraverso il finanziamento del Fondo sociale Europeo 6 , permette alle persone di sviluppare competenze e capacità utili per affrontare con autonomia e consapevolezza le fasi di scelta, cambiamento, riorientamento, in ogni fase e condizione della vita.

Figura 3
Figura 3 – Trieste, gennaio 2019 – Visita della delegazione di Israele in Friuli Venezia Giulia

Learning City: Le caratteristiche principali e l’esperienza di Modi’In

Nel 2015 l’UNESCO ha istituito la “Global network of Learning Cities“, che consiste in una rete di comunità e di città che, basandosi sull’assunto che imparare lungo tutta la vita è condizione necessaria per la sopravvivenza dell’umanità, condividono i seguenti obiettivi legati all’apprendimento:

  • promuovere l’apprendimento inclusivo, dalla scuola di base agli studi superiori ed universitari;
  • rivitalizzare l’apprendimento nelle famiglie e nelle comunità;
  • facilitare l’apprendimento continuo e nei luoghi di lavoro;
  • estendere l’uso delle tecnologie moderne per l’apprendimento;
  • migliorare la qualità e l’eccellenza per l’apprendimento;
  • coltivare una cultura dell’apprendimento per tutta la vita.

Lo sviluppo di una Learning City richiede che alcune condizioni generali siano soddisfatte, quali la capacità di mobilitazione e utilizzo delle risorse disponibili; la presenza di una governance partecipata da tutte le parti interessate; una forte volontà politica ed un forte impegno per il raggiungimento dell’obiettivo. L’applicazione del modello Learning City porta notevoli benefici per i singoli e per la comunità: il potenziamento (empowerment) individuale, una maggiore coesione sociale, una crescita culturale che alimenta anche lo sviluppo economico, in particolare quello sostenibile.

Modi’in è la prima Learning City israeliana, che sviluppa le caratteristiche individuate dall’Unesco per il modello di “città che apprende”. Situata a circa 35 chilometri a sud-est di Tel Aviv, conta una popolazione di circa 92 mila abitanti. Ha una spiccata vocazione per l’istruzione di giovani e adulti, con il 50% del budget pubblico investito in questo ambito, più di 27 mila studenti, 184 asili e istituti per l’infanzia prescolari e 40 istituti scolastici di diversi livelli. Il Comune di Modi’in sostiene l’educazione degli adulti lungo tutta la vita, riconoscendo lo studio e l’apprendimento permanente come diritto fondamentale e strumento di libertà e rafforzamento degli altri diritti connessi allo status di persona appartenente alla comunità di apprendimento.

Figura 4
Figura 4 – Modi’in, aprile 2018 – Prima visita studio dei partner italiani in Israele

Il progetto del FVG con Israele ruota attorno all’esperienza virtuosa di questa città e si focalizza, in particolare, sulla condivisione di modelli gestionali e strumenti per la creazione di una filiera di servizi per l’educazione permanente e per lo sviluppo delle soft skills. Tra gli obiettivi attesi c’è l’acquisizione di nuove conoscenze per migliorare il sistema di “Rete regionale dell’apprendimento permanente” sperimentato dalla nostra Regione, con particolare attenzione alla relazione tra i contesti di apprendimento formale e non formale.

La nascita del pilot project in FVG

La prima visita studio dei partner italiani in Israele, ad aprile 2018, ha confermato l’importanza dell’iniziativa, creando le basi per il passaggio da una fase di confronto a una collaborazione operativa e strutturata. La visita al Multi-Disciplinary Center di Modi’in, diretto da Orna Mager7 , ha permesso alla delegazione di toccare con mano le metodologie e gli strumenti didattici utilizzati per lo sviluppo delle soft skills negli adulti e di conoscere più da vicino il sistema di cooperazione tra il Centro, le autorità locali, gli organi governativi israeliani e altri soggetti del territorio.

L’incontro con Haim Bibas, sindaco della città di Modi’in e presidente dell’Unione delle Municipalità di Israele, ha consentito di entrare in contatto con i principi fondanti del modello di Learning City e stringere relazioni che, al di là degli obiettivi specifici del progetto, costituiscono una preziosa occasione di partnership anche in altri ambiti di comune interesse.

Rilevante, inoltre, la visita al JDCAmerican Jewish Joint Distribution Commitee, un’organizzazione umanitaria che collabora con il governo israeliano per migliorare le pari opportunità e la riduzione del divario sociale attraverso l’efficace integrazione delle persone nel mondo del lavoro. Le attività riguardano interventi di supporto a over 45 e soggetti particolarmente fragili e lo studio di metodi e strumenti didattici innovativi a supporto delle istituzioni scolastiche, per soddisfare le esigenze di studenti con competenze ed estrazioni culturali sempre più eterogenee.

Questo contatto ha prodotto le basi per nuove iniziative progettuali, che prevedono uno scambio di esperienze tra il JDC e la Regione FVG, attorno all’analisi e alla condivisione di metodologie e strumenti innovativi per lo sviluppo delle soft skills.

A dicembre 2018 si è svolta la seconda visita studio in Israele, durante la quale sono state poste le basi per due collaborazioni tecnico-scientifiche: la prima punta a indagare le variabili sociali, strutturali e psicologiche delle categorie di QUADERNI DI ORIENTAMENTO 54 16 popolazione più fragili per indirizzare al meglio gli interventi delle istituzioni sul territorio; la seconda sperimenterà un protocollo di intervento per lo sviluppo delle soft skills basato sull’innovativo approccio metodologico del creative design o design thinking .

Successivamente, a gennaio 2019, la nostra Regione ha ospitato la visita di una delegazione israeliana.

Le visite di studio in Israele e la visita istituzionale della delegazione israeliana in FVG hanno permesso di verificare le condizioni ideali per lo sviluppo del modello di Learning City e Learning Region, hanno consolidato le relazioni internazionali tra la Regione FVG e il network delle Learning Cities, hanno favorito l’attivazione di processi di analisi e confronto con il Centro Multidisciplinare di Modi’in e con il JDC, con un focus sulle soft skills, ponendo le basi per lo sviluppo di una “Learning community on soft skills” ed hanno favorito l’individuazione di ulteriori possibili forme di collaborazione su specifici ambiti di intervento.

Come esito di questa attività di conoscenza e confronto internazionale, sarà avviato uno specifico pilot project con il coordinamento della Regione FVG, in collaborazione con la Regione Veneto, il Comune di Venezia, il Comune di Trieste, l’Università delle LiberEtà del FVG, il Comune di Banja Luka (BIH), il Comune di Modi’in con il suo Multi-disciplinary Center e l’Unione delle Municipalità israeliane. Il progetto si pone una serie di obiettivi specifici, quali la condivisione del framework delle Learning Cities in FVG e in Veneto, la definizione di Linee guida per la sperimentazione territoriale, sull’esempio di quanto conosciuto in Israele, la formalizzazione del modello attraverso il riconoscimento, da parte dell’UNESCO, dell’adesione del FVG al network internazionale delle Learning Cities, la sperimentazione concreata del modello in alcuni Comuni regionali, con particolare attenzione agli interventi volti a “rivitalizzare l’apprendimento nelle famiglie e nelle comunità” e l’organizzazione di un evento di diffusione all’interno di ESOF 2020 8 .

All’interno del pilot project si presterà particolare attenzione all’interazione tra apprendimenti formali e non formali, garantendo lo sviluppo di una rete di agenzie per la formazione e di filiere formative. Si favoriranno i contesti informali di apprendimento, si svilupperanno specifici interventi volti allo sviluppo delle competenze trasversali e si cercherà di individuare modalità di apprendimento adatte ai diversi stili cognitivi delle persone. Il passaggio che si cercherà di compiere è quello dall’individuo singolo che apprende ad una comunità di apprendimento, caratterizzata dalla socialità e dalla condivisione di saperi.

In esito al pilot project, saranno individuate, in un processo coerente con il quadro di riferimento normativo comunitario, nazionale e regionale, le strategie e le modalità operative più opportune per estendere il modello sperimentato a tutta la comunità della Regione FVG.

Ketty Segatti
Vicedirettore Direzione Centrale lavoro, formazione istruzione e famiglia Direttore Servizio apprendimento permanente e fondo sociale europeo

a cura di Alessandra Picciolo
Centro risorse per l’orientamento e l’alta formazione
Regione FVG – Trieste

 

L’articolo è stato pubblicato nella rivista Quaderno di orientamento – numero 54 – primo semestre 2019.

Tutti i numeri della rivista sono consultabili al seguente link

 

Note

  1. “In o apprendimento lungo tutto l’arco della vita, in modo che l’umanità possa fra nascere nuovi progetti per salvare il nostro pianeta dal continuo progredire di odio e conflitti” (Traduzione a cura della Redazione).
  2. http://www.unesco.it/it/ItaliaNellUnesco/Detail/192 L’UNESCO Global network of Learning Cities comprende 223 membri in 51 Paesi del mondo; in Europa le Learning Cities sono 55, in Italia attualmente sono Learning Cities Torino e Fermo
  3. 28 giugno 2012, n. 92 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, Art. 4 c. 51.
  4. https://www.liberetà-fvg.it/
  5. La Regione Friuli Venezia Giulia ha progettato iniziative dedicate allo sviluppo delle soft skills che sono realizzate grazie al finanziamento del Fondo Sociale Europeo: è il caso del Programma Specifico 75/17, “Servizi per lo sviluppo della rete della formazione e dell’orientamento permanente”. Il progetto, avviato nel 2018, offre a studenti e a persone in età lavorativa l’opportunità di rafforzare le soft skills attraverso seminari e laboratori formativi gratuiti, approfondendo specifiche aree di competenza, legate alla conoscenza di se stessi, alla relazione con gli altri, alla relazione con il contesto lavorativo e agli obiettivi del proprio progetto professionale. Per informazioni http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/studiare/FOGLIA229/
  6. La dottoressa Orna Mager ha un dottorato in Economia e business management. Ha fondato e dirige il Centro Multidisciplinare di Modi’in in Israele, dove sviluppa, in una startup di incubazione, il modello delle “Learning cities” in collaborazione con varie autorità israeliane (l’Unione Israeliana degli Enti locali, i ministeri del Governo, l’Associazione per l’educazione degli adulti in Israele, gli uffici di collocamento ed altri). Il Centro multidisciplinare opera con il Network mondiale delle Learning Cities voluto dall’UNESCO, con la Fondazione “Future forum”, con l’Unione europea e con il network europeo ALDA. Il Centro guidato dalla dott.sa Mager rappresenta Israele nei partenariati europei finanziati da Programmi come Erasmus+ e Horizon2020. Sviluppa progetti innovativi per la creazione di carriere per gli adulti over 40, per progredire nella parità di genere, per promuovere la qualità della vita e la cittadinanza attiva in vari ambiti della società. La dott. sa Mager è rappresentate per Israele nel forum UNESCO di esperti delle Learning Cities e nell’Osservatorio PASCAL. È inoltre consulente per il Comune di Modi’in sulle tematiche di genere, ha fondato l’Associazione Nazionale per lo sviluppo della parità di genere e collabora in tal senso con gli uffici del Primo Ministro, con l’Unione degli Enti Locali Israeliani, con il Comitato per lo status delle donne al Parlamento e con altre associazioni che, a vari livelli in Israele, promuovono la parità di genere e lo sviluppo delle donne. Per queste e numerose altre attività e per il suo impegno nello sviluppo delle politiche di genere, la dott.sa Mager è stata selezionata come “Pioneering woman” nell’amministrazione della cosa pubblica nel 2002 e nel 2005. È stata inoltre candidata per il premio Rappaport, come donna che ha prodotto significativi cambiamenti nella società israeliana.
  7. Metodologia già applicata con successo alla formazione e all’innovazione nelle Pubbliche amministrazioni, anche a livello europeo. Ad esempio si veda: https:// www.alpine-space.eu/projects/ desalps/en/about/the-project/ design-thinking/main-eu-initiativesto-implement-dt-into-policies-andinnovation-action-plan
  8. https://www.euroscience.org/tag/esof-2020/

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