La scelta dei percorsi STEM dopo il diploma.

Il fabbisogno delle imprese e l’offerta formativa degli ITS regionali.

Un progetto per coniugare ricerca di opinione e data science per la pianificazione dell’offerta formativa.

Introduzione

Il territorio regionale del FVG, seppure costituisca un unicum in termini di innovatività del sistema produttivo e scientifico, riflette una serie di dinamiche nazionali, come il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione. Molti giovani talenti e i profili altamente formati si spostano altrove, e il noto fenomeno della “fuga dei cervelli” riflette proprio la difficoltà a trattenerli. Molti altri rinunciano alla formazione terziaria. Paradossalmente, vengono così a mancare le figure che proprio le imprese locali reclamano a gran voce.

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è crescente, acuito dalla rivoluzione tecnologica e digitale in atto, che tuttavia, grazie anche al PNRR, genererà posti di lavoro proprio nelle filiere scientifico-tecnologiche. Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), quali fonti di manodopera specializzata, potrebbero vivere questa stagione da protagonisti. Istanziati nel 2011 come alternativa alla laurea, i percorsi formativi post diploma degli ITS si stanno dimostrando un promettente mezzo per affrontare queste problematiche. Il focus sullo sviluppo di competenze di tipo tecnico e pratico, unito alla possibilità per gli iscritti di effettuare tirocini formativi con aziende partner presenti sul territorio, fanno sì che questi spesso si traducano in assunzioni, con un tasso di occupazione annuale che si aggira attorno all’80% e una coerenza nell’occupazione del 90% a livello nazionale1. Anche se in paesi come la Germania i percorsi ITS sono presenti da anni e accolgono un grande numero di diplomati, nel nostro Paese conoscenza, reputazione e attrattività di questi percorsi devono ancora consolidarsi.

Il presente articolo descrive il progetto di indagine per il Sistema ITS della Regione Friuli Venezia Giulia condotto da Rachael, startup innovativa in ambito data science e SWG, storica società di ricerca triestina, attiva su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è stato comprendere il fabbisogno delle imprese regionali per ampliare l’offerta formativa, individuare nuove potenziali aziende partner per estendere le sedi di tirocinio, e per sondare gli interessi e le opinioni dei giovani in modo da strutturare al meglio future campagne promozionali e di orientamento. Per portare a termine il progetto ci siamo avvalsi di un approccio di ricerca misto qualitativo e quantitativo associato a innovative tecniche e strumenti di data science. Queste hanno permesso sia di arricchire i dati e le analisi integrando gli esiti dell’indagine con le ampie banche dati regionali e nazionali, sia di rendere meglio fruibili le risultanze ai decisori, attraverso lo sviluppo di uno strumento dedicato: una dashboard dinamica per la navigazione user friendly entro i diversi approfondimenti tematici. A una breve sintesi dell’indagine e dei suoi esiti principali, seguirà un approfondimento del percorso di arricchimento dati, per concludere illustrando il metodo di fruizione mediante dashboard dinamica.

La ricerca

La ricerca, sviluppata in stretta sinergia con le Fondazioni ITS e i referenti degli uffici regionali di Orientamento e Formazione, si è articolata in due fasi, attraverso quattro attività dedicate. Data la forte dinamicità del settore scientifico e tecnologico, e trattandosi di una prima edizione dell’analisi dei fabbisogni, si è resa necessaria una ricognizione preliminare di carattere qualitativo. A una serie di colloqui con gli stessi decisori, volti a declinare contenuti e strumenti dell’indagine, si è proceduto alla raccolta delle esperienze, delle opinioni, delle attese e dei bisogni del mondo imprenditoriale regionale, con riferimento ai settori centrali dell’offerta ITS. Intervistando in profondità le imprese partner delle quattro fondazioni è stato infatti possibile ricostruire lo scenario e le sfide dei diversi ambiti, individuare i profili e le competenze più richieste, delineare i primi elementi utili ad aggiornare l’offerta formativa per l’anno seguente.

Tratteggiato lo scenario e raccolte le istanze del tessuto produttivo, grazie anche all’uso di banche dati ufficiali come quelli delle Camere di Commercio, è stata avviata una seconda fase d’indagine maggiormente strutturata che, seguendo un approccio quantitativo, ha coinvolto tre specifiche popolazioni: le imprese regionali e delle aree limitrofe, i giovani residenti tra i 16 e i 34 anni, gli studenti e diplomati ITS. Definita una tassonomia degli ambiti di competenza e delle conoscenze specifiche che costituiscono il fabbisogno regionale, la prima indagine quantitativa è stata rivolta alle imprese partner attuali e potenziali degli ITS regionali. L’obiettivo è stato ottenere una determinazione quantitativa dei fabbisogni di competenze dei diversi settori coinvolti e al contempo verificare conoscenza e reputazione degli Istituti agli occhi degli imprenditori. Definiti tali aspetti, le successive attività hanno invece ruotato la prospettiva verso gli altri protagonisti del sistema ITS regionale, ovvero i ragazzi. Confermato il grande interesse delle imprese per molti dei profili proposti – a iniziare dall’inesauribile necessità di sviluppatori e meccatronici, ma non solo – la vera sfida dei prossimi anni sarà infatti consolidare l’attrattività di questi percorsi agli occhi dei giovani e liberare così l’effettivo potenziale del sistema ITS regionale nel gettare un ponte sull’attuale ampia frattura tra domanda e offerta di manodopera specializzata.

Un campione di giovani 16-34enni residenti in regione è stato pertanto interpellato ad ampio spettro circa le proprie esperienze, valutazioni e attese in campo formativo e professionale: da una più alta dimensione valoriale ai concreti elementi legati alle competenze da acquisire, alla conoscenza e giudizio sugli stessi ITS. Individuare i fattori di attrattività e i freni all’iscrizione dei diversi target giovanili ha fornito utili elementi sui quali indirizzare le future attività di orientamento e promozione.

Infine, il coinvolgimento di un campione di studenti e diplomati ITS ha permesso di analizzare l’impatto dei curricula sulla vita professionale: rilevare la soddisfazione verso i corsi, approfondendo i vari aspetti dell’offerta formativa, così come seguire i ragazzi nel loro ingresso al lavoro, raccogliere le loro esperienze, opinioni e valutazioni.

Si è così confermato un quadro che vede sostanzialmente opporsi due rappresentazioni: da una parte l’ITS di chi lo ha vissuto, che esprime valutazioni eccellenti verso i corsi e afferma di muoversi oggi con soddisfazione e disinvoltura in azienda – conscio delle proprie competenze e del proprio potere contrattuale, raggiungendo talvolta ruoli strategici. Dall’altro l’ITS scrutato dall’esterno che, seppure attrattivo nei contenuti e nei curricula, viene ancora percepito attraverso due pregiudizi opposti, ma parimente frenanti: derubricato a università di serie B o, viceversa, ritenuto un percorso formativo troppo complesso, adatto solo a chi è davvero portato o appassionato. D’altra parte tra i ragazzi si registra il forte interesse generale per le competenze core dell’offerta formativa ITS – a partire da quelle digitali e informatiche, così come la voglia di imparare a ‘fare’ – con una sensibilità specifica al tema delle soft skills e delle lingue (elementi alla massima attenzione anche delle aziende).

La sfida per il sistema ITS è pertanto duplice. Da un lato mantenere aggiornati profili e competenze, ampliando la platea di imprese partner, facendo sistema e mantenendo numericamente e qualitativamente elevata l’occupabilità dei diplomati; dall’altro far conoscere le scuole e le imprese, aiutando i ragazzi a immaginare concretamente i loro futuri possibili.

L’arricchimento dei dati

Ritornando sul piano metodologico, è possibile ottenere informazioni aggiuntive sugli intervistati rispetto a quelle direttamente rilevate mediante un questionario? Il campo della ricerca di opinione è negli ultimi anni sempre più permeato dall’applicazione di tecniche legate alla data science, le quali, in particolare il machine learning (ovvero l’apprendimento automatico), permettono anche di trasporre l’informazione da una base dati all’altra. Nell’ambito del progetto, abbiamo voluto utilizzare questo approccio per arricchire i dati di opinione dei giovani per scoprire qualcosa in più. L’idea chiave è che avendo a disposizione informazioni aggiuntive rilevanti sui rispondenti dell’indagine, senza però doverle richiedere esplicitamente, sarebbe possibile fare leva su di esse per indirizzare al meglio delle campagne comunicative. Per fare questo arricchimento, abbiamo attinto dall’archivio di dati valoriali di proprietà di SWG. I dati in questione riguardano l’opinione delle persone in merito a varie tematiche, tra cui le speranze dei giovani, il senso di inadeguatezza individuale, fino alla ricerca del merito rispetto all’uguaglianza. Una volta istruiti dei modelli di apprendimento automatico ad associare un insieme di dati anagrafici e di opinione con il profilo valoriale della persona, è stato possibile ottenere una stima del profilo valoriale dei rispondenti all’indagine. Abbiamo così analizzato le risultanti differenze nei valori tra diversi gruppi di giovani intervistati, come ad esempio tra coloro che hanno iniziato a lavorare subito dopo la scuola e quelli che hanno invece proseguito gli studi in ambito tecnico scientifico – entrambi potenziali studenti dei corsi di diploma o di perfezionamento offerti dagli ITS.

Analizzare i dati in modo dinamico

I report delle ricerche contengono le principali informazioni di sintesi emerse dalle analisi dei dati. Seppur ricchi di informazione, per ragioni di spazio e di facilità di navigazione del dato, essi non contengono tutte le analisi svolte o che si potrebbero ulteriormente fare. Anche se i dati del report rappresentano la “punta dell’iceberg” dell’informazione, la possibilità per il decisore di poterne esplorare gli strati intermedi rappresenta un valore aggiunto che rischia di rimanere nascosto. Per portarlo alla luce, abbiamo predisposto una dashboard dinamica (cruscotto) di analisi dei dati. La dashboard essenzialmente consiste in una o più pagine con insiemi di grafici, dove il modo in cui le pagine sono strutturate permette di rendere accessibili a colpo d’occhio informazioni eterogenee provenienti anche da diverse fonti (Vedi figura 1). Gli aspetti chiave sono quindi la facilità di lettura, l’immediatezza e, in aggiunta, l’interattività. Infatti, abbiamo dato la possibilità all’utente finale di personalizzare le analisi dei dati aggiungendovi filtri (ad esempio, per vedere solo i dati relativi alle donne), o segmentazioni (ad esempio, mostrare un determinato dato a seconda della provincia di residenza o della classe socioeconomica dell’insieme dei rispondenti). La progettazione della dashboard ha anche permesso di integrare con i dati dellerilevazioni quelli delle fonti ufficiali raccolte nella prima fase, creando serie storiche dove possibile, e permettendo di accostare le diverse fonti per una diretta visione d’insieme. Una volta progettato, abbiamo reso questo strumento fruibile facilmente mediante il browser del computer, permettendo così di consultare i dati da qualunque luogo dotato di connessione (si veda Figura 1).

Figura 1
FIGURA 1
Schermata iniziale della dashboard online, che dà accesso a due sezioni tematiche

Conclusioni

L’implementazione del progetto ci ha permesso di integrare la ricerca di opinione con la data science per offrire ai decisori gli strumenti utili a strutturare la futura offerta formativa e la comunicazione degli ITS regionali, nonché per stabilire e rafforzarne le partnership con le aziende del territorio. A un livello più ampio, le problematiche di partenza esprimono fattori che vanno al di là di quelli considerati. Tuttavia, promuovere azioni mirate a migliorare specifici aspetti del tessuto formativo e produttivo del nostro territorio rappresenta un aspetto essenziale per affrontare il problema. Offrire strumenti per una lettura sintetica, integrata, trasversale e approfondita dei dati a disposizione può essere in questo senso un supporto concreto alla progettazione e alla presa di decisioni. Inoltre, una sintesi dei risultati della ricerca è disponibile per gli interessati alla pagina web regionale: https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/studiare/FOGLIA18/#id5 dove sono consultabili due documenti, uno rivolto agli studenti e studentesse e alle loro famiglie e uno dedicato agli operatori di orientamento.

Tiziano Suran
Data Scientist, Rachael S.r.l.

Stefano Franzini
Data Scientist, Rachael S.r.l.

Giulio Vidotto Fonda
Research Director, SWG S.p.A.

 

L’articolo è stato pubblicato nella rivista Quaderno di orientamento – numero 57 – secondo semestre 2021.

Tutti i numeri della rivista sono consultabili al seguente link

 

Note

  1. Zuccaro, A. (a cura di), “Istituti Tecnici Superiori – Monitoraggio nazionale 2021 – Sintesi”, INDIRE, Firenze, 2021.

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