I dati sono ovunque!
L’utilizzo dei dati è di primaria importanza in tutti i processi decisionali e produttivi, sia che riguardino imprese o istituzioni oppure semplicemente cittadini, ciascuno di noi sia nella vita privata che in quella professionale utilizza dati per costruire le proprie scelte: utilizziamo google maps per spostarci da una parte all’altra della città o utilizziamo di dati di analisi di accesso ai siti aziendali per pianificare una campagna di marketing… Infatti, proprio per sottolineare la forte correlazione tra le quotidiane situazioni sociali e lavorative, si utilizza per descrivere la traiettoria della nostra società definendola data-driven, ovvero guidata dalle informazioni che si possono trarre dai dati.
Le attuali tecnologie, attraverso connessioni dati, ci consentono di trasformare in dato ogni nostro gesto digitale e non solo. Infatti grazie all’Internet of Things (IoT) viviamo sostanzialmente immersi in tecnologie che si scambiano dati in modo per noi impercettibile. Tutto viene raccolto, misurato e analizzato in tempo reale da enti o aziende specializzate, le nostre interazioni sociali ad esempio il numero di messaggi o mail che generiamo, le parole che utilizziamo scritte e verbali, nonché l’ambiente reale che ci circonda attraverso le immagini raccolte durante videocall o tramite interazione con gli assistenti vocali come Alexa o simili. Questa immersione totale nei cosiddetti big data non deve troppo impressionare, ciascuno di noi è contributore e allo stesso tempo è fruitore, si pensi alla facilità di ricerca su un grande motore di ricerca come google o la facilità di acquisto su un grande Ecommerce come Amazon. Entrambi servizi centrati sulla gestione dei dati degli utenti.
Tra il 2011 e il 2018, secondo un report di Agcom, il volume dei dati si è decuplicato arrivando a 28 zettabyte nel 2018, ovvero 28 trilioni di gigabyte, 59 ZB nel 2020 e l’International Data Corporation stima che nel 2025 si arriverà a 175 ZB.
Cosa sono i big data?
Per big data, secondo la definizione data in ambito statistico e informatico, intendiamo una raccolta di dati estesa e che richiede l’uso di tecnologie e metodi analitici specifici, quindi la locuzione indica non solo la quantità ma anche la capacità di estrapolare informazioni. Un altro termine fondamentale da comprendere e acquisire su questa tematica è dataset. Si differenzia da Big Data in quanto con questo vocabolo parliamo invece di una collezione di dati, ovvero un insieme strutturato in forma relazionale. In pratica parliamo di una tabella dove ogni colonna (campo) rappresenta una particolare variabile e ogni riga un determinato membro (record).
Cosa sono gli open data?
Open data ovvero i dati generati e detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni che grazie a normative internazionali, europee e nazionali vengono resi pubblici attraverso un modello open source cioè trasparente ed accessibile ai cittadini. Le PA si stanno attrezzando progressivamente per pubblicare attraverso portali regionali e nazionali i dati che raccolgono, che sono frutto delle interazioni che gli uffici pubblici hanno con il territorio e i suoi cittadini. Questa modalità di organizzazione e gestione della “cosa pubblica” si ispira ad un modello definito come “open government” che mette al centro meccanismi di apertura e condivisione delle informazioni per generare forme di partecipazione e condivisione dei processi decisionali di indirizzo dei territori.
Lavorare nel mondo dei “Data”
E’ evidente che questo è un settore fortemente attrattivo dal punto di vista lavorativo e che ha sempre più bisogno di figure altamente specializzate.
Il mercato dei dati, considerato in tutte le sue sfaccettature, richiede competenze trasversali e figure professionali di vario tipo direttamente o indirettamente coinvolte nel processo di produzione, raccolta, raffinamento ed analisi del dato.
Di seguito alcune figure professionali interessanti per un futuro lavorativo a stretto contatto con il mondo dei dati:
- Database Administrator: definisce, progetta e ottimizza la struttura delle banche dati, garantendone inoltre la sicurezza e l’affidabilità. Le skills sono strettamente collegate all’ambito informatico e quindi richiede un percorso di formazione in ambito digital transformation (ITS, laurea in informatica ingegneria informatica o simili);
- Data Scientist: Raccoglie, prepara, valida, analizza e interpreta i dati. In questo caso le competenze richieste sono di tipo trasversale, oltre a buone conoscenze informatiche servono quelle nel campo statistico, matematico ed economico. Pertanto sono da prendere in considerazione tutti i percorsi accademici a indirizzo statistico e/o economico;
- Artificial Intelligence Expert: E’ una figura professionale con una elevata specializzazione informatica e scientifica (matematica, statistica, ecc.) in quanto deve essere in grado di progettare, realizzare e gestire soluzioni di apprendimento automatizzato, nonché lavorare su algoritmi matematici. Chi desidera intraprendere questa carriera deve necessariamente rivolgersi a percorsi accademici di alta specializzazione (master e lauree magistrali) e verticali, dedicati proprio a questa tematica.
Quali offerte formative si possono trovare in FVG?
Nella regione FVG diverse sono le offerte formative che preparano ad entrare in questo settore lavorativo:
- CORSO DI LAUREA TRIENNALE Intelligenza Artificiale & Data Analytics dell’uniTS
L’obiettivo del corso è di fornire allo studente una solida preparazione metodologica e fondazionale in matematica, informatica, fisica e statistica, per poi introdurlo ai metodi e alle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale e della Data Analytics. - CORSO DI LAUREA TRIENNALE Internet of Things, Big Data, Machine Learning dell’UniUD Il corso prepara i laureati ad operare in contesti aziendali che sviluppano o utilizzano sistemi di Intelligenza Artificiale e di acquisizione e analisi di dati.
- CORSI ICT dell’ITS Alto Adriatico formano i corsisti ad un approccio professionale su tematiche fortemente richeiste dal mondo del lavoro: Cloud developer, Cyber security, Developer in ambito Industry 4.0
L’Osservatorio Big Data & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano ha pubblicato alcuni dati macro dello stato dell’arte del mercato del lavoro legato a informatica e dati. Nel 2021 il mercato dei Big Data Analytics raggiungerà un valore stimato superiore ai 2 miliardi di euro, in crescita del 13%, dopo che nel 2020 la pandemia aveva fortemente rallentato gli investimenti in ambito gestione e analisi dei dati.
Quasi otto grandi aziende su dieci lavorano all’integrazione di dati provenienti da diverse fonti interne o esterne e il 54% ha avviato almeno una sperimentazione in ambito Advanced Analytics (era il 46% nel 2020). Insieme ai progetti cresce anche il fabbisogno di competenze: complessivamente il numero di Data Scientist è aumentato nel 28% delle grandi imprese che avevano precedentemente investito, non aumenta però la diffusione trasversale anche in aziende PMi di figure professionali legate a questo settore. Poche sono le aziende che possono definirsi Science data driven.
Il mondo dei dati è di certo un settore in forte espansione e rappresenta anche un ambito strategico per lo sviluppo del nostro paese.