Orientamento e Agenda 2030

I principi applicati nei corsi di istruzione e formazione professionale (IeFP)

L’orientamento quale misura strategica a supporto delle scelte professionali nell’era digitale. Riflessioni per la IeFP alla luce degli obiettivi dell’Agenda 2030.

L’orientamento come sfida nel contesto attuale

La dinamica decisionale relativa alla carriera è un processo complesso. Esso, infatti, richiede alle persone di prendere in considerazione – nell’assunzione della decisione del percorso formativo da intraprendere al fine di perseguire una determinata carriera – una varietà di esperienze e opzioni che si collocano in un contesto di mutevoli ed eterogenee richieste poste dal mercato del lavoro, in un mondo in cui si registra una progressiva decrescita delle certezze in ambito lavorativo.

In tale situazione, inoltre, la costante evoluzione delle tipologie di lavoro disponibili, e la costante espansione delle opportunità di carriera, esercitano un’importante influenza sull’aspettativa che i sistemi formativi siano in grado di preparare adeguatamente gli studenti a trovare un’occupazione che duri per l’intera vita lavorativa.

Tale credenza risulta ormai sostituita dal riconoscimento del valore e della necessità di un apprendimento permanente, che consente di fronteggiare i cambiamenti di carriera e le relative scelte che le persone assumono nel corso della vita. Per tali ragioni, l’orientamento professionale è un processo che riveste una notevole importanza e richiede un significativo investimento di energie professionali.

In tale prospettiva, uno degli aspetti più importanti del processo di orientamento è rappresentato dal fornire ai soggetti che si apprestano alla scelta, le informazioni utili e necessarie in relazione alle opzioni di carriera e ai percorsi formativi che possono consentire l’accesso alle occupazioni desiderate.

Obiettivo dell’orientamento scolastico e professionale è, infatti, offrire supporto ai giovani e agli adulti nello sviluppo della capacità di gestire la propria formazione e la propria carriera, stimolando l’incremento dell’autoconsapevolezza e dell’autostima delle persone, al fine di promuovere l’assunzione di scelte di carriera gratificanti1.

Vi sono due sfide principali che oggi sono chiamati ad affrontare i servizi di orientamento professionale nei paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Infatti, nel contesto dell’apprendimento permanente e del mercato del lavoro essi devono provvedere a perseguire i seguenti obiettivi:

  1. fornire servizi che sviluppano la gestione delle abilità utili per la carriera, piuttosto che aiutare le persone a prendere esclusivamente decisioni immediate;
  2. ampliare notevolmente l’accesso dei cittadini all’orientamento professionale, il quale si deve dispiegare per tutta la durata della vita.

L’orientamento professionale (career guidance) supporta le persone nella riflessione relativa alle proprie ambizioni, ai propri interessi e alle proprie capacità.

Esso mira a favorire la comprensione del mercato del lavoro e dei sistemi educativi, e a promuovere la capacità di mettere in relazione tali consapevolezze con ciò che una persona conosce circa se stessa.

Pertanto, obiettivo dell’orientamento professionale è quello di favorire nelle persone la capacità di pianificare e realizzare le proprie decisioni nella dimensione lavorativa e formativa, fornendo informazioni sul mercato del lavoro e sulle opportunità educative più accessibili organizzandole, sistematizzandole e rendendole disponibili quando e dove le persone ne hanno bisogno.

L’apprendimento permanente ha importanti implicazioni per l’orientamento professionale, e viceversa2.

La Commissione Europea ha riconosciuto tale relazione bidirezionale, riconoscendo l’orientamento professionale come una delle sei priorità nell’ambito dell’apprendimento permanente3.

L’importanza dell’erogazione delle informazioni e della consulenza appare crescente, dal momento che si è assistito ad un aumento delle alternative e delle scelte possibili all’interno dei sistemi educativi, e considerato che le conseguenze delle scelte in campo di istruzione sul mercato del lavoro diventano sempre più complesse.

Per tale motivo, si tende a porre maggiormente l’accento sull’orientamento professionale, mentre i percorsi di formazione diventano sempre più flessibili e più personalizzati4.

Inoltre, i Paesi pongono maggiore enfasi sull’orientamento professionale degli adulti, e al contempo cercano di espandere la gamma e la flessibilità delle opportunità di apprendimento5.

L’orientamento secondo i principi espressi nell’agenda 2030

La prospettiva sopra descritta in campo di orientamento è coerente con quanto affermato nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che rappresenta un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. In particolare, tra i suoi 17 obiettivi, di interesse nell’ambito dell’orientamento professionale è l’Obiettivo 4, “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”. In tale contesto si evidenzia come un’istruzione di qualità rappresenti un aspetto fondamentale allo scopo di promuovere un miglioramento della vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile.

In considerazione dell’incremento registrato nell’accesso all’istruzione e dell’incremento dei livelli di iscrizione nelle scuole, si può affermare che il livello base di alfabetizzazione è risultato elevato in maniera significativa. Tuttavia, si rende necessario ottenere risultati ancora più elevati nel raggiungimento degli obiettivi per l’istruzione universale. Infatti, nonostante a livello globale sia stata raggiunta una parità tra bambine e bambini nell’istruzione primaria, in realtà in pochi contesti tale esito è stato riportato a tutti i livelli educativi.

Per tale motivo, sono stati definiti i seguenti traguardi da perseguire:

  • Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti;
  • Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione prescolastiche così da essere pronti alla scuola primaria;
  • Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria – anche universitaria – che sia economicamente vantaggiosa e di qualità;
  • Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche – anche tecniche e professionali- per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria;
  • Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità;
  • Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo;
  • Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile;
  • Costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti;
  • Espandere considerevolmente entro il 2030, a livello globale, il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici – sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo;
  • Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo6.

In virtù di quanto sin qui descritto, appare evidente come l’orientamento, al giorno d’oggi, si configuri più che mai in termini di azione fondamentale per promuovere negli studenti lo sviluppo di reali capacità in termini di progettazione e realizzazione di progetti di vita rispondenti alle proprie vocazioni e alle proprie abilità7.

Sulla base delle indicazioni contenute nell’Agenda 2030, risulta evidente la necessità di progettare interventi volti a preparare gli individui e le collettività alla progettazione di vite attive, in grado di realizzare uno sviluppo umano equo e sostenibile, entro il 2030.

Per rispondere a queste domande, i ricercatori e i professionisti possono basarsi su una doppia osservazione. Infatti, da un lato, come evidenziato da Hannah Arendt8 la vita attiva è una caratteristica antropologica di base, e, per tale motivo, è importante progettare la vita e gli interventi a sostegno dello sviluppo della carriera allo scopo di aiutare le persone a prendere la giusta direzione. Tuttavia, spesso gli interventi di orientamento hanno avuto obiettivi diversi, essendo mirati a favorire l’occupabilità e l’inserimento delle persone nel mondo del lavoro e la mobilità al suo interno. Negli ultimi dieci anni, alcuni interventi di orientamento hanno cominciato a considerare quale obiettivo l’individuazione della direzione da dare alla propria vita attiva, senza presupporre che questa direzione consista necessariamente nell’inserimento professionale. Infatti, le questioni relative alle crisi moderne che caratterizzano la società odierna richiedono di andare oltre questa semplice possibilità, richiedendo la progettazione di interventi che tengano conto della necessità di condurre la propria vita attiva in modo tale da contribuire alla realizzazione di una esistenza positiva, con e per gli altri9.

Tali interventi dovrebbero focalizzarsi sulla definizione delle attività lavorative in cui la persona potrebbe essere efficacemente coinvolta per produrre beni o servizi che contribuiscono allo sviluppo globale umano, equo e sostenibile.

Realizzare tali interventi non è facile, dal momento che, a differenza dell’orientamento finalizzato all’occupabilità, in tal caso, non si può fare riferimento alle forme di organizzazione del lavoro mediante i modelli economicamente dominanti nella società attuale. A tale scopo, è possibile stabilire i loro riferimenti nell’organizzazione del lavoro e nello scambio in un mondo da costruire in modo che risulti sostenibile e socialmente giusto, garantendo a tutti una vita effettivamente “umana”10.

In linea con tale prospettiva, un nuovo modo di intendere l’orientamento prevede la possibilità di incoraggiare i giovani a progettare il proprio futuro adottando una visione che consideri la collettività piuttosto che il singolo individuo. In particolare, ogni persona dovrebbe essere stimolata a riflettere sul contributo che potrebbe dare al raggiungimento di almeno alcuni dei 17 obiettivi proposti nell’ambito dell’Agenda 2030, definiti dall’ONU.

A tale fine, tutti i progetti di orientamento dovrebbero favorire nelle giovani generazioni la riflessione circa i fattori che ostacolano il benessere delle persone e la qualità della vita del nostro pianeta, orientando e dirigendo in tale direzione i propri progetti e le proprie aspirazioni personali e professionali.

L’orientamento effettivamente caratterizzato in modo da promuovere uno sviluppo equo e sostenibile e tale da offrire il suo contributo all’Agenda 2030, deve puntare a realizzare azioni di career intervention e deve mirare a valorizzare le possibilità e le opportunità originali, imprevedibili e sorprendenti11, per fare in modo che gli autori delle “storie future” si sentano supportati nel costruire azioni volte a determinare sviluppi improbabili e nuove traiettorie di vita12.

Orientamento nel sistema IEPF alla luce degli obiettivi dell’agenda 2030

Sulla base delle caratteristiche assunte dall’orientamento in coerenza con gli obiettivi prefissati nell’ambito dell’Agenda 2030, appare evidente la necessità di favorire nei giovani la revisione delle proprie idee e dei propri pre-concetti circa la scelta dei percorsi formativi e professionali socialmente ritenuti maggiormente “prestigiosi” e pertanto, preferibili da perseguire.

Infatti, nonostante l’ormai diffusa implementazione di efficaci percorsi di orientamento scolastico e professionale, si può affermare che si registrano ancora notevoli pre-giudizi e fattori ostacolanti a livello sociale nell’effettiva considerazione del ventaglio di opzioni formative esistenti, in rispondenza delle proprie caratteristiche personali e sociali. Ad esempio, nonostante i percorsi della IeFP godano ormai di un riconoscimento ufficiale quali scelte formative da intraprendere dopo la frequenza della scuola secondaria di primo grado, essi, da parte dei giovani e delle famiglie, sono ancora soggetti ad insufficiente visibilità e scarsa considerazione quale opzione valida, come emerso da un’indagine ISFOL sulla conoscenza del sistema educativo di istruzione e formazione nella popolazione adulta13. Si rileva, infatti, una conoscenza piuttosto carente in relazione alla struttura del sistema educativo italiano; le lacune informative coinvolgono in modo maggiore le filiere professionalizzanti – tra cui rientrano i percorsi di IeFP – i quali sono spesso non distinti dai percorsi ordinamentali dell’istruzione professionale14.

I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) sono nati sperimentalmente nel 2003 e divenuti ordinamentali nell’a.s. 2010-11, con il Decreto Interministeriale dell’11 novembre 2011. Tali percorsi formativi si sono rivelati estremamente utili, dal momento che, attraverso l’offerta formativa che propongono, svolgono una duplice funzione: se – per un verso – essi contribuiscono alla professionalizzazione di una popolazione in età evolutiva che, per vocazione, mira esplicitamente ad acquisire specifiche competenze in riferimento ad una area professionale, allo stesso tempo – per altro verso – essi consentono di reinserire nel contesto formativo i ragazzi che spesso, dopo aver sperimentato esperienza scolastiche insoddisfacenti, sentono il bisogno di dedicarsi a percorsi maggiormente focalizzati sull’esperienza e finalizzati a trasmettere la dimensione applicativa delle conoscenze teoriche e a generalizzarne l’impiego nei contesti di vita e di lavoro15.

Così come rilevato dal Rapporto ISFOL del 201516, si può affermare che:

“Ciò che numerose indagini hanno rilevato in modo indiretto e ciò che l’esperienza degli operatori dell’orientamento suggerisce da tempo, trova ora una rilevanza scientifica che, sulla base di più indizi, sembra costituire ormai una prova. Infatti, emerge in modo evidente quanto i fondamentali del nostro sistema [educativo] non siano conosciuti a sufficienza dagli intervistati, a cominciare dagli obblighi di legge che rappresentano la base informativa su quando un giovane può terminare gli studi e la formazione […]: la popolazione adulta intervistata sembra non avere chiara né la durata dell’obbligo di istruzione, né i canali di assolvimento, specie in riferimento a quelli di natura professionalizzante come i percorsi di IeFP e l’apprendistato per la qualifica e il diploma (p. 10)” 17.

“[…] dei percorsi di IeFP non se ne conosce la durata, la loro mission professionalizzante, né si conoscono le istituzioni che li realizzano sui territori e neppure la valenza nazionale delle qualifiche rilasciate in uscita. In altre parole: non si sa bene cosa siano […]. Sarebbe opportuno che le istituzioni coinvolte nella fase delle preiscrizioni on line, effettuate annualmente dai giovani e dalle famiglie durante l’ultimo anno della ex terza media, presidiassero con molta attenzione il processo orientativo e supportassero efficacemente le scelte verso i percorsi di IeFP e degli istituti professionali (p. 15)” 18.

“[…] I servizi di orientamento, gli organi di informazione e comunicazione, le istituzioni, i centri per l’impiego non sembrano in questo senso assolvere adeguatamente al compito di informare la popolazione ed orientare i giovani in fase di scelta, in particolar modo rispetto a coloro che provengono da famiglie meno dotate di strumenti conoscitivi (p. 87)” 19.

Tale stato di cose, inevitabilmente, ha delle ricadute negative sulle scelte dei giovani e delle famiglie, le quali rimangono – a tutt’oggi – prevalentemente orientate verso i percorsi formativi tradizionali, rappresentati dai licei e dagli istituti tecnici.

Inoltre, si può affermare che la crisi finanziaria ed occupazionale che caratterizza il nostro Paese – nonostante essa sia soggetta ad una costante evoluzione – si configura quale dimensione in cui l’offerta formativa del sistema IeFP si inserisce e necessita di essere valorizzata. A confronto con il contesto internazionale, da un lato, nel nostro Paese, appare necessario incrementare il numero dei laureati. D’altra parte, tuttavia, la domanda del mercato del lavoro sembra richiedere, accanto al personale dotato di alta specializzazione, personale senza specializzazione.

In tale contesto, l’Istruzione e Formazione Professionale è chiamata ad operare in due diverse direzioni. In primo luogo, essa deve continuare ad offrire una formazione efficace ai ragazzi che terminano la scuola secondaria di primo grado, consentendo – tanto ai giovani che hanno operato tale scelta per motivi di vocazione personale, quanto a coloro che derivano da altri percorsi di formazione, nell’ambito dei quali non hanno sperimentato successo, di accedere in tempi brevi al lavoro dotati di un adeguato bagaglio di competenze di base, di tipo tecnico e trasversale. La seconda direzione in cui i percorsi IeFP procedono è relativa al soddisfacimento dei bisogni dei soggetti qualificati e diplomati che scelgono di proseguire nel loro iter formativo, arricchendo le proprie professionalità al fine di raggiungere un maggiore livello di approfondimento e specializzazione delle proprie competenze, per motivi correlati all’evoluzione del mercato lavorativo, delle tecnologie e dei processi di lavoro.

La considerazione sociale dei diversi tipi di istituti di formazione secondaria

  • licei, istituti tecnici e professionali, da una parte, e agenzie formative dall’altra
  • nel preparare i ragazzi all’inserimento lavorativo, rappresenta un aspetto di primaria importanza nella scelta del percorso di formazione successivo alla scuola secondaria di primo grado. Così come emerso dal Rapporto ISFOL del 201520, i licei tendono ad essere considerati i meno adatti per l’inserimento diretto nel mondo del lavoro, mentre la scelta di tipo più vocazionale è considerata essere quella relativa agli istituti professionali, ai centri di formazione e agli istituti tecnici.

Si rileva una generale tendenza a considerare in modo sovrapponibile l’offerta formativa derivante dalla frequenza degli istituti tecnici e professionali e di percorsi di IeFP. In particolare, in riferimento a questi ultimi, emerge uno scarso riconoscimento del loro valore in termini di preparazione di tipo professionalizzante, che rappresenta lo specifico obiettivo per il quale essi sono stati progettati e la dimensione che li caratterizza nella loro strutturazione.

I dati emersi nel rapporto del 2015 sono stati confermati nel Rapporto INAPP 2019. In tale rapporto, infatti, si legge che, considerando l’intero sistema, la IeFP nel 2016-17 registra 315.709 iscritti, con una decrescita del 2,1% (-6.613 allievi)21. Ulteriormente, tale trend appare confermato negli a.f. successivi. Infatti, nell’a.f. 2018-2019 gli iscritti ai percorsi IeFP sono risultati 288.065, con un decremento pari al 6,8% rispetto all’a.f. 2017-18, nell’a.f. 2019-20 si è registrato un totale di 250.194 iscritti nell’intero sistema IeFP, con un decremento pari al 13,1% rispetto all’a.f. 2018-1922.

A fronte di tali dati, si può affermare che è necessario affrontare una serie di sfide se i Paesi vogliono realizzare il potenziale dell’orientamento professionale.

Nelle situazioni in cui i servizi risultino frammentati e con risorse insufficienti, le informazioni pertinenti sul mercato del lavoro potrebbero non essere sempre disponibili e le iniziative di orientamento professionale possono non essere valutate, dai soggetti chiamati ad operare la scelta, in modo efficace.

Ulteriori sfide che l’apprendimento permanente e le politiche attive del mercato del lavoro pongono all’orientamento professionale includono aspetti quali i seguenti:

  • passare dall’informare il processo decisionale immediato dei giovani all’aiutare i giovani a sviluppare capacità di gestione della carriera a lungo termine;
  • rendere i servizi universalmente accessibili per tutto l’arco della vita, in modi, in luoghi e in momenti che riflettono le più diverse esigenze dei soggetti a cui l’orientamento è destinato23.

A tale scopo, in considerazione degli aspetti critici messi in evidenza nella presente trattazione in riferimento alla conoscenza e alla valutazione sociale del sistema IeFP, appare opportuno lavorare al fine di aumentare la visibilità e l’attrattività di tale segmento del sistema di formazione. Infatti, è emerso che il background conoscitivo della popolazione italiana adulta sul sistema educativo di istruzione e formazione è molto carente e non consente un’agevole comprensione delle prospettive e delle possibilità offerte.

In particolare, è emerso che frequentemente le persone non sono consapevoli della durata dei percorsi IeFP e non hanno ben presente la loro mission professionalizzante. Analogamente, è raro che vi sia conoscenza circa le istituzioni in cui tali percorsi hanno luogo sui territori, e frequentemente si ignora il riconoscimento nazionale delle qualifiche rilasciate in uscita.

In fase di orientamento, sarebbe opportuno che le istituzioni che gestiscono la fase delle pre-iscrizioni on line, effettuate ogni anno dai giovani nel corso dell’anno terminale del percorso della scuola secondaria di primo grado, venissero coinvolte nella gestione del processo orientativo e supportassero efficacemente le scelte verso i percorsi di IeFP, promuovendone la conoscenza e il riconoscimento in termini di professionalizzazione e inserimento lavorativo. Ciò, allo scopo di evitare che le scelte indirizzate verso questi percorsi siano effettuate in assenza di una reale conoscenza della tipologia di offerta formativa effettivamente presentata.

Inoltre, sarebbe utile supportare in modo efficace, attraverso l’organizzazione di campagne informative a livello nazionale e locale, le scelte verso i percorsi di IeFP, facendo in modo che esse si realizzino in virtù di una conoscenza esaustiva del tipo di percorso formativo offerto.

Le scarsità di informazioni possedute dalle persone sulla IeFP quale strumento di assolvimento dell’obbligo di istruzione fanno ipotizzare la necessità di progettare ed attivare una strategia istituzionale di comunicazione pubblica, allo scopo di favorire l’attrattività di tale percorso formativo presso la popolazione che si appresta alla scelta24.

Annalisa Isdraele Romano
Ph. D. in Psicologia
Docente aggiunto in Psicologia dell’Orientamento
IUSVE – Istituto Universitario Salesiano Venezia

 

L’articolo è stato pubblicato nella rivista Quaderno di orientamento – numero 57 – secondo semestre 2021.

Tutte le edizioni della rivista sono consultabili al seguente link

 

Note

  1. OECD Career Guidance
  2. OECD (2003) pp. 39-57.
  3. COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITIES (2001)
  4. OECD (2003) pp. 39-57.
  5. OECD (2003-1)
  6. UNRIC Obiettivo 4
  7. Cfr. De Pieri S. (2015)
  8. Arendt, H. (1958)
  9. Cohen-Scali, V., Pouyaud, J., Podgorny, M., Drabik-Podgorna, V., Aisenson, G., Bernaud, J. L., Moumoula, I., Guichard, J. (Eds.) (2018)
  10. Guichard J. (2018)
  11. Nota, L., Soresi, S., Ginevra, M.C., Santilli, S. & Di Maggio, I. (2018)
  12. Nota L., Soresi S. Agenda 2030
  13. ISFOL (2013)
  14. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Direzione generale per le politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione (2015)
  15. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Direzione generale per le politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione (2015)
  16. ISFOL (2015)
  17. Ibidem
  18. Ibidem
  19. Ibidem
  20. Ibidem
  21. INAPP
  22. Crispolti E. (2021)
  23. OECD Career Guidance
  24. ISFOL (2015)

Bibliografia e sitografia

  • Arendt, H. (1958) The Human Condition. Chicago: University of Chicago Press, 1958
  • Bernaud, J. L., Moumoula, I., Guichard, J. (Eds.) Interventions in Career Design and Education: Transformation for Sustainable Development and Decent Work. New York: Springer, 2018
  • Cohen-Scali, V., Pouyaud, J., Podgorny, M., DrabikPodgorna, V., Aisenson, G., Crispolti E. (2021) Presentazione dei risultati del XVIII Rapporto di monitoraggio sul sistema di Istruzione e Formazione Professionale e sui percorsi in duale nella IeFP (A.F. 2018- 2019), Intervento a “Presentazione del Rapporto di monitoraggio sull’IeFP e sul sistema duale nell’IeFP”, 5 maggio, 2021
    http://oa.inapp.org/xmlui/ handle/123456789/895
  • Commission of the European Communities Making a European Area of Lifelong Learning a Reality, Brussels, 2001
    https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/ LexUriServ.=COM:2001:0678:FIN:EN:PDF
  • De Pieri S. Psicologia dell’orientamento educativo e vocazionale. Fondamenti teorici e buone pratiche, 2015 Franco Angeli
  • Guichard J. (2018) What career and life design interventions may contribute to global, humane, equitable and sustainable development? Studia Poradoznawcze / Journal of Counsellogy, 2018, vol. 7, 305-331.
  • INAPP Rapporto annuale sul sistema IeFP anno formativo 2016-2017
  • ISFOL (2013) La conoscenza del sistema educativo italiano da parte della popolazione adulta (30-54enni). 2013
  • ISFOL (2015) Rapporto sul sistema IeFP. Settembre 2015.
  • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Direzione generale per le politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione (2015) Istruzione e formazione professionale: una chance vocazionale. A.F. 2013-14. XIII Rapporto di monitoraggio delle azioni formative realizzate nell’ambito del diritto-dovere. Marzo 2015. ISFOL.
  • Nota, L., Soresi, S., Ginevra, M.C., Santilli, S. & Di Maggio, I. (2018) Il progetto ‘Stay passionate, courageous, inclusive, sustainable… Nuove piste e nuove strumenti per l’orientamento’. Presentato al XVIII CONVEGNO SIO: il contributo dell’orientamento e del counselling all’agenda 2030, Roma Giugno 2018
  • Nota L., Soresi S. Agenda 2030 Approfondimenti. Il contributo dell’orientamento all’Agenda 2030.
  • OECD Career Guidance
  • OECD (2003) Career guidance: new ways forward Education Policy Analysis OECD Publishing, 2003
  • OECD (2003-1) Beyond Rhetoric: Adult Learning Policies and Practices Paris, 2003
  • UNRIC Obiettivo 4 Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti

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