L’uso delle ICT per contrastare l’abbandono scolastico

Il progetto Drop App

L’approccio promosso dal progetto Drop – App mette i giovani al centro del processo di apprendimento e favorisce l’utilizzo di linguaggi a loro più familiari.

Un sistema integrato di servizi di orientamento

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha maturato una lunga esperienza nell’affrontare la tematica dell’orientamento scolastico, formativo e professionale. Ha promosso azioni e percorsi finalizzati al contrasto della dispersione e ha sostenuto le Istituzioni scolastiche e formative del territorio nella realizzazione di interventi mirati ad aumentare il benessere in contesti educativi e prevenire l’abbandono.

I finanziamenti sono stati erogati nel tempo a singole Istituzioni (ad esempio con il progetto “Star bene studiando bene”)1, a reti di scuole mediante specifici programmi (Bandi per il contrasto della dispersione scolastica)2, a raggruppamenti di Enti formativi incaricati di gestire gli interventi presso le scuole del territorio (“Rimotivazione e Orientamento Professionale” al 2012-20143; “Catalogo regionale dell’Offerta orientativa”4; Piano regionale PIPOL per i giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni5).

L’Amministrazione regionale ha contribuito a costruire, negli anni, un sistema integrato di servizi di orientamento, attraverso i propri servizi territoriali e in collaborazione con gli istituti scolastici e formativi e gli Enti di formazione universitaria e superiore. Al sistema integrato di orientamento contribuiscono inoltre le agenzie del territorio, i servizi sociali, sanitari, rappresentanti del terzo settore, operatori che a vario titolo si occupano di tematiche orientative. La rete territoriale ha lavorato nel tempo in sinergia, condividendo teorie, linguaggi, metodologie e strumenti e progettando, sperimentando e consolidando interventi orientativi di qualità, che prendono in considerazione le tematiche emergenti.

Oggi un intervento orientativo, per essere efficace, deve confrontarsi necessariamente con il tema dell’innovazione tecnologica, dal quale può trarre spunti utili, come ad esempio potenziamento dell’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) in ambito educativo, a supporto sia della didattica, sia delle azioni di prevenzione dell’abbandono scolastico.

Gli strumenti digitali, se utilizzati in modo corretto, possono avere enorme impatto sull’aumento della motivazione degli studenti e sulla loro partecipazione positiva alla vita scolastica.

Molte volte il processo che porta all’abbandono scolastico inizia già durante il primo ciclo di istruzione e si aggrava nelle fasi di transizione tra scuole o tra diversi cicli scolastici. Esso è legato a circostanze individuali, fattori educativi e condizioni socioeconomiche. Il sistema scolastico e formativo non sempre riesce a fornire risposte educative basate sui diversi stili di apprendimento e talvolta non offre un supporto personalizzato agli studenti in difficoltà. In tale contesto, l’utilizzo degli strumenti ICT può diventare il mezzo attraverso cui personalizzare l’esperienza scolastica. Per i nativi digitali l’uso di strumenti ICT è capillarmente diffuso, anche tra coloro che faticano di più nel contesto scolastico, quindi può essere utilizzato per favorire modalità di apprendimento diverse rispetto a quelle tradizionali. I giovani si percepiscono competenti nell’utilizzo di questi strumenti specifici e ciò aumenta il loro senso di autoefficacia.

L’uso degli strumenti ICT favorisce l’accesso rapido a molte informazioni e la loro immediata condivisione. Cogliere questa potenzialità è di grande importanza: il ruolo dell’adulto che educa diviene perciò quello di facilitatore di una ricerca di informazioni autonoma da parte dei ragazzi, ma monitorata in modo da essere corretta ed attendibile. È quanto mai importante che i professionisti del settore educativo (insegnanti, formatori, educatori, orientatori), che lavorano con giovani a rischio di dispersione scolastica o già dispersi, migliorino il loro approccio alla digitalizzazione, considerando le opportunità date dagli strumenti ICT non già come un “rumore” da ridurre, ma come una risorsa per le attività didattiche e orientative.

In tema di utilizzo delle nuove tecnologie a fini educativi, orientativi e di lotta all’abbandono scolastico, la Regione Friuli Venezia Giulia, con Delibera di Giunta n. 730 del 17 aprile 2014, ha aderito in qualità di partner al progetto “DROP-APP: Give voice to youngsters through new technologies to fight dropout’’6. L’obiettivo del progetto era quello di elaborare e diffondere metodologie e strumenti di tipo preventivo per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, attraverso l’integrazione dei curricula/programmi didattici tradizionali con attività che prevedessero l’utilizzo di metodologie innovative.

Si è voluto favorire il protagonismo dei giovani nei contesti educativi e rafforzare la dimensione europea dell’educazione, attraverso lo scambio di buone prassi e la mobilità degli insegnanti e dei formatori.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha rappresentato, insieme alla Regione Istria, la Pubblica Amministrazione all’interno del partenariato, che era composto prevalentemente da istituti scolastici, enti di formazione professionale e loro consorzi. Il ruolo delle Amministrazioni pubbliche è stato quello di sostenere il progetto a livello istituzionale, favorendo la visibilità delle azioni attraverso iniziative di comunicazione e di disseminazione7.

L’Amministrazione regionale, attraverso i servizi regionali per l’orientamento, ha inoltre collaborato alla fase di formazione iniziale degli operatori, ospitando a Trieste la settimana formativa sul tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie negli ambienti didattici. Inoltre, i servizi regionali di orientamento, alla luce dell’esperienza maturata nella progettazione di interventi di orientamento e di contrasto alla dispersione scolastica, hanno messo a disposizione una traccia della “scheda progettuale”, poi recepita e tradotta in tutte le lingue di progetto, che è stata utilizzata per descrivere i percorsi di orientamento e rimotivazione, oggetto della sperimentazione. La descrizione delle attività sperimentali attraverso un documento condiviso ha favorito la trasferibilità dei contenuti a tutti i membri del partenariato.

Il progetto e i destinatari

Figura 1
Il Logo del Progetto, elaborato, in esito a una “gara di idee”, dagli studenti degli Istituti coinvolti nella sperimentazione

Il Progetto “DROP-APP, (in Fig. 1 il logo dello stesso) finanziato dal programma Erasmus+, Azione Chiave 2 (Partenariati strategici), ha coinvolto, nell’arco del triennio 2014-2017, una partnership guidata da Civiform Soc. Cooperativa sociale di Cividale (UD) e composta da dieci organizzazioni pubbliche e private del settore educativo e della formazione professionale di 6 Paesi europei (Vedi Fig. 2).

Figura 2
Il partenariato del progetto DROP-APP: Paesi e organizzazioni Coinvolte

Il progetto ha permesso di sperimentare l’integrazione di modalità didattiche e comunicative tradizionali con linguaggi e strumenti più innovativi e di sviluppare un approccio didattico nuovo, che prevede il coinvolgimento attivo dei giovani, negli interventi mirati a combattere la dispersione scolastica.

I principali destinatari del progetto sono stati gli operatori dell’educazione: insegnanti, formatori, educatori e altri professionisti che svolgono con i giovani un lavoro didattico e orientativo.

Si è partiti dal presupposto che l’utilizzo di nuove metodologie per l’insegnamento, basate su strumenti ICT molto familiari agli studenti nella loro quotidianità extrascolastica, possa favorire un processo di rimotivazione, re-impegno e riscoperta dell’appartenenza al sistema scolastico.

I docenti partecipanti al progetto hanno ricevuto una formazione che ha permesso di evidenziare come gli strumenti ICT contribuiscano ad aumentare nei giovani le competenze di multi-tasking, la creatività, l’autonomia, l’abilità auto-organizzativa, l’individuazione di strategie di soluzione dei problemi, la capacità di apprendimento cooperativo.

Nelle diverse fasi del progetto, i docenti formati hanno sperimentato questa metodologia all’interno di interventi di recupero dell’abbandono, a fronte di situazioni già definite (i destinatari sono stati i giovani di età compresa fra i 14 e i 17 anni) ed all’interno di azioni di tipo preventivo (con studenti più giovani, di età compresa fra i 10 e i 13 anni).

Il progetto dunque ha raggiunto, oltre al gruppo degli operatori (principali destinatari), una platea più ampia costituita dagli studenti ed allievi affidati a tali operatori, all’interno di contesti scolastici, formativi e di rimotivazione.

Gli obiettivi del progetto

Il progetto DROP-APP è stato ideato con le seguenti finalità generali:

Definire e promuovere strategie di prevenzione e intervento precoce per combattere il rischio di abbandono scolastico.

Modificare/migliorare la programmazione didattica e le strategie educative delle Istituzioni scolastiche e formative, attraverso l’inserimento, all’interno di curricoli o programmi già in essere, di azioni innovative di prevenzione e di intervento contro l’abbandono.

Rendere più attraente, agli occhi dei giovani demotivati, il sistema scolastico e formativo.

Le azioni realizzate hanno concorso a raggiungere i seguenti obiettivi specifici:

Definire strumenti e metodi basati su nuove tecnologie, per permettere ai giovani a rischio di dispersione di migliorare le loro capacità di comunicazione ed interazione in contesti scolastici e negli altri contesti educativi.

Realizzare un sondaggio riguardo al modo in cui i giovani a rischio di dispersione si percepiscono in relazione a se stessi, alla loro famiglia ed alla società in cui vivono.

Definire e testare strumenti e metodologie per facilitare nei giovani a rischio di abbandono l’interazione, la condivisione delle emozioni, la capacità di discussione con i loro pari e con figure di sostegno (ad es. i mentori).

Sperimentare l’integrazione di strumenti e metodi multimediali in azioni di prevenzione e di intervento già esistenti, al fine di migliorare gli aspetti di comunicazione e di relazione.

Condividere i risultati del progetto (strumenti, metodi di attuazione e valutazione, risultati sperimentali) tra i partner e tra le reti di stakeholder dei sistemi dell’istruzione e della formazione.

Fasi del progetto e prodotti

Le azioni di progetto si sono sviluppate in tre fasi:

1. Preparazione

Nella fase introduttiva, è stata realizzata un’analisi delle cause dell’abbandono scolastico e dei metodi di contrasto e prevenzione basati sugli strumenti ICT. Sono state raccolte le buone pratiche sperimentate dai soggetti membri del partenariato, nonché altre esperienze positive realizzate, in tema di lotta alla dispersione, a livello locale, nazionale ed internazionale, con particolare riferimento all’uso di strumenti digitali. È stata inoltre realizzata un’attività di training per gli operatori, sulle metodologie di utilizzo degli strumenti multimediali in contesto educativo. Parallelamente, sono state condotte interviste (digitali) agli studenti, con la finalità di comprendere le possibili cause di disagio a scuola.

La fase di preparazione ha permesso di:

  • consolidare la reciproca conoscenza tra partner e la condivisione di buone pratiche utilizzate ai fini del contrasto dell’abbandono precoce nei territori coinvolti;
  • realizzare una sessione formativa intensiva, rivolta agli operatori, sugli strumenti ICT e sulle modalità di utilizzo in ambito educativo e orientativo;
  • raccogliere le opinioni dei giovani sul loro vissuto scolastico mediante le modalità e gli strumenti ICT appresi nell’ambito della sessione formativa, ai fini della progettazione di percorsi innovativi.

2. Fase sperimentale

La sperimentazione ha portato alla realizzazione di una collezione di video realizzati dagli studenti coinvolti all’interno degli istituti partner di progetto, sulle tematiche dell’orientamento scolastico, formativo e lavorativo e del benessere in ambiente scolastico.

Sono stati inoltre progettati e realizzati percorsi formativi con l’utilizzo di strumenti multimediali. I percorsi formativi, di breve durata, erano centrati su tematiche quali l’empowerment e la rimotivazione.

I percorsi sono stati elaborati da ciascun Partner di progetto e sono stati descritti analiticamente attraverso l’utilizzo di schede progettuali condivise, per facilitarne la successiva diffusione. I percorsi, così ideati e descritti, sono stati inseriti, per la sperimentazione, nella programmazione didattica degli istituti partner. È stato inoltre attivato un servizio online di peer mentoring. I “mentor” sono studenti delle stesse realtà coinvolte, selezionati dagli insegnati e formati per la gestione del servizio. Due i criteri che hanno guidato la selezione: aver superato in passato difficoltà in ambito scolastico; aver dimostrato un atteggiamento positivo nei confronti dei propri pari e degli insegnanti stessi.

La sperimentazione di percorsi educativi e di azioni innovative ha dato la possibilità a operatori e studenti di testare modalità didattiche nuove e più accattivanti, utili per aumentare la percezione di benessere a scuola e, di conseguenza, contrastare e prevenire la dispersione scolastica. È stato creato un portale web a supporto delle azioni di progetto: esso ha rappresentato l’area virtuale di scambio per il partenariato, ha ospitato le applicazioni utilizzate dagli studenti (attività di peer education e peer mentoring, consultazione dei video prodotti) ed è stato il principale strumento di diffusione di informazioni e materiali per gli attori coinvolti e anche per gli esterni interessati alle tematiche di progetto.

3. Analisi dei risultati della sperimentazione e valutazione

La rielaborazione dei risultati delle esperienze realizzate nella sperimentazione ha dato al partenariato gli elementi utili per condividere un modello e descriverlo nelle “Linee guida Drop-App”, ultimo output tradotto in ogni lingua di progetto, che è stato pubblicato sul portale diffuso autonomamente in ambito territoriale dai singoli partner. Le “Linee Guida” contengono una serie di suggerimenti e raccomandazioni elaborate dai partner sulla base dell’esperienza fatta nei tre anni di progetto, oltre ai modelli utilizzati nell’ambito delle diverse attività.

I risultati

Nella realizzazione delle attività sono stati coinvolti oltre 600 docenti/formatori. Come rilevabile dalla Tabella 1, in molti casi la partecipazione è stata superiore a quanto previsto, in particolare per l’attivazione degli studenti nelle diverse azioni. L’attività di peer mentoring online ha avuto un riscontro maggiore nelle organizzazioni che già offrivano simili programmi di supporto8.

In altre realtà, che non propongono regolarmente tali attività di supporto personale, il peer mentoring è stato accolto con più diffidenza e poco utilizzato.

Le attività di sperimentazione di percorsi educativi (workshop), di realizzazione dei video e di azioni di peer mentoring sono state valutate positivamente da chi è stato direttamente coinvolto nella realizzazione delle stesse. Emerge infatti dai feedback raccolti che in merito alle attività sperimentali (workshop):

  • gli studenti hanno accolto con favore le attività proposte (93%), trovandole coinvolgenti ed interessanti anche grazie all’utilizzo di strumenti digitali. Molti studenti hanno espresso l’interesse a sperimentare attività simili nel loro percorso curricolare, valutando positivamente il ruolo che queste attività possono avere nel farli “sentire meglio” a scuola (76%).
  • i docenti hanno in buona parte (83%) testimoniato l’utilità di tali strumenti per favorire l’attivazione e la motivazione a partecipare degli allievi coinvolti.

Per l’attività di realizzazione dei video, emerge che:

  • gli studenti hanno dimostrato grande interesse a partecipare a questa attività (95%) sia perché ha permesso loro di esprimere i loro pensieri su tematiche importanti o su argomenti trattati in classe, sia per lavorare in gruppo in attività coinvolgenti;
  • gli insegnanti hanno riconosciuto a tale attività una buona efficacia e facilità di applicazione. Numerosi insegnanti hanno rilevato che spesso gli allievi solitamente più difficili da gestire e coinvolgere nelle attività scolastiche, diventavano leader positivi nella gestione del lavoro di gruppo assegnato.

In relazione all’attività di peer mentoring, è emerso che:

  • i mentors sono stati orgogliosi per essere stati scelti per gestire l’attività e per essere riusciti ad essere di aiuto a compagni in difficoltà;
  • i supervisori hanno sottolineato l’impegno dei mentors nella preparazione alla gestione del servizio e nell’interazione sia fra di loro che con il supervisore;
  • i ragazzi e ragazze che, all’interno delle istituzioni scolastiche coinvolte, hanno usufruito del servizio di mentoring online hanno dato feedback molto positivi sull’utilità e l’efficacia di tale servizio.
Tabella 1
I numeri del progetto DROP-APP

Considerazioni finali

I dati di impatto del progetto, registrati da ogni partner e condivisi a livello territoriale con i vari stakeholder, sono oltremodo incoraggianti. Il progetto ha infatti permesso di registrare questi aspetti:

  • Interesse e coinvolgimento molto alti dimostrati dai giovani che hanno partecipato alle attività proposte, ritenute utili ai fini di un aumento del benessere nel contesto scolastico, esprimendo il desiderio di ripetere simili esperienze nelle loro consuete attività scolastiche.
  • Migliore conoscenza, da parte di insegnanti e formatori, dei giovani in generale, e dei propri allievi in particolare. Essi hanno maturato la consapevolezza che utilizzare un approccio diverso, che faccia sentire i giovani ascoltati, compresi e valorizzati, favorisce risultati positivi anche da parte di quegli studenti che, nel contesto educativo tradizionale, sono segnalati prevalentemente per le loro difficoltà.
  • Maggiore consapevolezza da parte degli insegnanti e formatori che l’innovazione proposta stimola l’espressività costituendo la base su cui costruire e sviluppare nuove progettualità.
  • Inclusione nella attività didattica tradizionale di azioni e prodotti innovativi, rivelatisi efficaci in ogni singolo contesto.
  • Maggiore utilizzo degli strumenti digitali nell’ambito delle attività quotidiane con i giovani da parte di molti docenti con scarsa o nulla competenza in campo tecnologico. A progetto ancora in corso, gli insegnanti hanno iniziato a sperimentare l’utilizzo di nuove tecnologie in ambito didattico, aumentando così il coinvolgimento dei loro studenti e di fatto riducendo il gap fra insegnanti ed allievi.

I partner del progetto DROP-APP, a fronte dei feedback positivi raccolti, delle competenze acquisite nei tre anni di attività, della ricadute in termini di innovazione e miglioramento del modo di rapportarsi con i ragazzi, hanno operato e continuano ad operare nella promozione di questo approccio, che si è rivelato efficace, facilmente applicabile e trasferibile in contesti diversi.

I due temi principali sviluppati dal progetto, la dispersione scolastica e l’utilizzo delle nuove tecnologie per rimotivare i giovani a rischio, sono stati interiorizzati a fondo nel contesto delle diverse organizzazioni partner, tanto da dar vita a nuovi input, a nuovi sbocchi di approfondimento, che sono andati al di là degli specifici obiettivi del progetto. Alcuni staff di docenti, ad esempio, hanno deciso di potenziare le proprie competenze in ambito tecnologico e digitale, tanto che presso alcune organizzazioni si sono tenuti dei percorsi formativi ad hoc (editing video, educational app, utilizzo di nuovi devices, ecc) ai quali hanno partecipato anche insegnanti non coinvolti nelle attività progettuali.

La consapevolezza dell’importanza di utilizzare tali strumenti a scuola, per coinvolgere al meglio i “nativi digitali”, ha portato, inoltre, una maggiore sensibilità rispetto ai rischi che i giovani corrono soprattutto utilizzando il web. Anche la scuola e le agenzie formative hanno un ruolo nell’educare i giovani ad un uso consapevole e critico di tali strumenti.

L’approccio promosso dal progetto DROP-APP, per prevenire e contrastare alcune fra le potenziali cause della dispersione scolastica (scarsa motivazione e partecipazione, errata scelta del percorso scolastico, problemi di comunicazione con pari e/o adulti, difficoltà nello studio), mette i giovani al centro del processo di apprendimento e favorisce l’utilizzo di linguaggi a loro più familiari. Gli studenti a cui vengono proposte attività motivanti basate su strumenti di comunicazione quotidianamente utilizzati, tendono a diventare più propositivi, sviluppando un atteggiamento che aiuta nelle situazioni a rischio di dispersione e, in generale, promuove la loro partecipazione attiva e valorizza il loro protagonismo.

Tale approccio può e deve essere diffuso sempre più capillarmente nei diversi ambiti che si relazionano con il mondo giovanile (contesti dell’istruzione, della formazione, dell’educazione, dell’ambito sociale). Aiutare i giovani ad esprimersi, a comunicare, a far comprendere le potenziali cause di disagio che vivono nel loro contesto scolastico/ formativo, diventa fondamentale al fine di orientare le azioni di supporto e contrasto ai rischi ma anche e soprattutto al fine di modificare gli approcci, le metodologie, le politiche specifiche dedicate ai giovani.

Francesca Saffi
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Coordinatrice Centro risorse per l’Orientamento e l’alta formazione

Lucia D’Odorico
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Centro risorse per l’Orientamento e l’alta formazione

Michela Castiglione
Civiform Soc. coop. Sociale (Capofila del Progetto Drop App)

 

 L’articolo è stato pubblicato nella rivista Quaderno di orientamento – numero 51 – secondo semestre 2017.

Tutti i numeri della rivista sono consultabili al seguente link

 

SITOGRAFIA

 

NOTE

  1. Progetto promosso insieme all’Ufficio Scolastico Regionale nel 2003. Atti del convegno realizzato il 14 ottobre 2004 pubblicati in allegato al n° 25 della Rivista “Quaderni di Orientamento”:
    http://www.regione.fvg.it/quaderni/Quaderno%2025_allegato_Starbenestudiandobene/files/assets/common/downloads/page0001.pdf
  1. Bandi anti dispersione, inseriti nel quadro degli interventi contributivi per l’arricchimento dell’offerta formativa, con particolare riferimento al periodo compreso tra il 2005 – 201. I bandi aggiornati sono consultabili sulla Pagina web regionale http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/regione-per-scuole/
  1. Informazioni sul progetto:
    http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/regione-per-orientatori/FOGLIA5/
  1. Informazioni sul progetto:
    http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/regione-per-orientatori/FOGLIA7/
  1. Informazioni sul progetto:
    http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/regione-per-scuole/FOGLIA5/
  1. A Udine nella primavera del 2016 è stato organizzato il Convegno “Generazione Digitale” per la presentazione del progetto Drop-App e delle iniziative regionali per la Scuola Digitale – http://eventi.regione.fvg.it/Eventi/dettaglioEvento.asp?evento=6161
  2. Ciò è avvenuto, ad esempio, presso l’Istituto Partner IES Valle de Aller (Spagna), che offre, all’interno dell’attività permanente dell’Istituto, un programma consolidato sulla mediazione dei conflitti in ambito scolastico. http://blog.educastur.es/iesdealler/

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