Intervista di fondazione Edulife
Quest’anno ho avuto il piacere di partecipare all’evento di Tedx Verona 2019.
Tedx deriva dal format di TED (che è l’acronimo di technology, entertainment e design), che propone in molte città del mondo degli eventi aperti al pubblico nei quali speaker e relatori altamente qualificati condividono le loro conoscenze riguardanti le diverse sfere del sapere, con un focus particolare sulle nuove tecnologie, sullo spettacolo e sui mutamenti digitali.
Gli speaker che si sono avvicendati sul palco dell’Auditorium delle Gran Guardia hanno trattato da diverse angolazioni il tema “Zero – la libertà di essere”. Il tema della zero è stato inteso come una sorta di eclisse, terminata la quale il buio della negatività lascia lo spazio alla luce del cambiamento e all’emersione di nuove sensibilità verso i settori dell’economia, dell’ecologia e delle discipline artistiche.
Tra i relatori che hanno contribuito a rendere speciale questo evento, Fondazione Edulife ha scelto di intervistare una figura in particolare, quella di Giuseppe Bungaro.
“La ricerca medica in italia ha degli ostacoli burocratici e non solo”
Giuseppe è un giovane ragazzo di 19 anni proveniente da Taranto e viene considerato uno dei più promettenti ricercatori europei nell’ambito della cardiochirurgia.
La sua passione per la cardiochirurgia è iniziata dopo che a 13 anni gli era stato diagnosticato un problema all’aorta addominale; come se non bastasse, la cugina di Giuseppe ha dovuto subire un’operazione al cuore.
Questo ragazzo non si è perso d’animo e ha iniziato a studiare i manuali medici e i paper scientifici, con lo scopo di apprendere più informazioni possibili sulla cardiochirurgia. La sua costanza lo ha portato nel2015 a scoprire un metodo innovativo per la produzione di una protesi vascolare che riduce i rischi di intervento post-operatori. Utilizzando il linguaggio medico, la sua idea è consistita in uno stent pericardico auto-sostenibile.
L’impegno diretto nel settore della cardiochirurgia è iniziato dopo che Giuseppe ha contattato il dottor Fausto Castriota, cardiologo interventista all’Ospedale Maria Cecilia di Ravenna.
Favorevolmente colpito dalla qualità scientifica del progetto inviato da Giuseppe, il dottor Castriota lo ha invitato ad assistere a un intervento di angioplastica coronarica.
In seguito, al giovane ricercatore è stata offerta l’opportunità di partecipare a un tirocinio pre-accademico, che gli ha permesso di acquisire direttamente competenze relative all’angioplastica e agli stent disponibili in commercio. Inoltre, ha subito un’operazione che gli ha permesso di risolvere il suo disturbo cardiovascolare.
Dopo il tirocinio, Giuseppe ha proseguito la sua formazione medica al Centro di Medicina rigenerativa SWITH di Lugo e al Città di Legge Hospital nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro.
Insignito della prestigiosa onorificenza di Alfiere della Repubblica dal Presidente Mattarella, Giuseppe si pone come un giovane scienziato dai modi semplici e pacati, lasciando trasparire una forte determinazione nella sua attività di ricerca.
Giuseppe, dopo aver terminato il suo intervento sul palco di Tedx Verona, ha accettato di rilasciare una breve intervista a Fondazione Edulife, durante la quale ha offerto i suoi punti di vista sui giovani italiani che desiderano entrare a contatto con il settore della ricerca.
Di seguito, riportiamo il testo dell’intervista.
- Se dovessi dare un consiglio ai giovani che si avvicinano al mondo della ricerca, cosa diresti loro?
Durante il mio speech ho parlato dei sogni, che devono essere sempre inseguiti per essere realizzati. Penso che la ricerca medica e la ricerca in generale siano un punto di importanza fondamentale: nel futuro, esse permetteranno ai ragazzi di andare oltre, soprattutto grazie alle tecnologie e agli studi che sono in circolazione. Sono convinto che grazie a tutto questo le aspettative per i giovani che vorranno intraprendere l’attività di ricerca saranno migliori in futuro.
- Come ti tieni aggiornato sui temi della ricerca? quali sono le tue “Bibbie”?
Ho approfondito tutti i miei studi su dei paper scientifici specifici sulla cardiochirurgia inoltre, ho acquistato dei veri e propri manuali per studiare queste metodiche.
- Secondo te, cosa sarebbe necessario fare per svecchiare l’eccesso di burocrazia che in Italia ostacola la ricerca in Italia? Forse sono i protocolli ad essere troppo rigidi?
Innanzitutto, bisognerebbe dare voce in capitolo ai ricercatori, perché spesso la burocrazia taglia le gambe a questi ultimi. Il fatto di inserire delle linee guida blocca l’avanzamento della ricerca. Una linea guida, se inserita, andrebbe applicata su ogni specifico paziente, ma non a tutti.
La rigidità del protocollo lasciano poco spazio al professionista sanitario; eppure è proprio questa figura che, in base agli esami condotti sul paziente e alla conoscenza del caso specifico, può arrivare a una migliore risoluzione del problema. Ecco perché le linee guida non dovrebbero essere seguite alla lettera, a mio parere.
- Vorrei farti un’ultima domanda di carattere personale, in linea con il tema principale di questo Tedx: c’è stato un episodio della tua vita che ha caratterizzato il tuo “momento zero”? Se sì, cosa hai provato?
Ho vissuto due “momenti zero”. Il mio primo momento zero è stato quando sono entrato per la prima volta in una sala operatoria, dove ho iniziato a capire la routine che un vero medico sperimenta ogni giorno.
Il secondo momento zero è avvenuto quando ho assistito per la prima volta a un decesso: lì ho capito cosa significa approcciarsi un paziente e fare i conti col dolore che si prova dopo. Per superare quel momento a livello emotivo, bisogna avere una forza interiore importante: bisogna veramente amare questo lavoro per farlo, perché altrimenti, è meglio mollare subito. Quindi, o ce l’hai nel sangue, o non sarai mai una persona adatta alla professione di medico.
Fondazione Edulife coglie l’occasione per ringraziare Giuseppe Bungaro per l’intervista rilasciata e gli augura di poter raggiungere i più alti traguardi umani e professionali.