In una società in continua evoluzione dove la tecnologia è ormai il mezzo di qualsiasi nostra azione, è fondamentale che anche nel mondo del lavoro nascano nuove professioni specifiche che possano migliorare il nostro rapporto con essa.
Per prima cosa bisogna distinguere le diverse articolazioni del design legate alla tecnologia: esiste lo UX Design (User Experience) che si occupa dell’esperienza di un utente a contatto con un prodotto, lo UI Design (User Interface) che si dedica allo sviluppo delle interfacce, il Graphic Design che segue maggiormente la parte strettamente grafica di un prodotto, e infine il Web Design che si concentra sulla progettazione e strutturazione di siti web.
Che cosa si intende per UX Design?
Il padre di questa disciplina fu Donald Arthur Norman, psicologo e scienziato cognitivo statunitense che per primo negli anni ‘90 coniò il termine “UX Design”, riferendosi al processo di studio e realizzazione legato all’interfaccia umana, all’usabilità e all’interazione uomo-computer.
Ma per comprendere meglio questa figura professionale molto richiesta nel mondo lavorativo, abbiamo intervistato un giovane UX Designer italiano, Riccardo Cambò. Industrial, UI e UX designer, ha lavorato in studi di design, grandi corporate e startup, e ora è attivo come freelancer.
Di che cosa si occupa uno UX Designer?
Lo UX Designer è quella figura professionale che si occupa di prevedere il comportamento dell’utente in modo tale da poter migliorare e semplificare l’utilizzo dell’app, del servizio, o del prodotto.
Qual è stato il tuo percorso per arrivare a fare questo lavoro?
Il percorso personale è composto da tanti progetti extra universitari, dalla creazione di una startup, dalla realizzazione di varie app e interfacce disegnate per piccole aziende e con tanta passione.
Il miglioramento degli oggetti mi ha sempre affascinato e con il tempo ho creato un portfolio di prodotti originali, ottimizzati rispetto la controparte esistente: è proprio questo che mi ha dato la credibilità di lavorare con clienti sempre più importanti.
Lo UX Designer si occupa solo con realtà digitali o anche materiali?
Lo UX Designer occupandosi di “esperienza utente” ha bisogno di lavorare sia con l’interfaccia grafica di un display sia con il prodotto fisico stesso.
Quali competenze richiede questo lavoro?
Come ho già detto, le reali competenze non sono tecniche, perché per impararle basta leggere qualche libro, analizzare qualche sito e seguire qualche tutorial; le vere abilità sono la lettura e la previsione dei comportamenti dell’utente, quindi bisogna avere capacità di osservazione, una forte empatia nei confronti del cliente e sicuramente una grande esperienza.
Cosa ti ha spinto a fare questo lavoro?
La progettazione ha sempre fatto parte di me. Da piccolo disegnavo personaggi dei cartoni animati inventati da me e con il tempo questi personaggi si adornavano di oggetti, armi e vestiti ogni volta nuovi; la progettazione di questi accessori mi appassionava più del disegno stesso, e da lì ho capito che quello era ciò che volevo fare nella vita.
E l’attenzione alla UX, quindi all’esperienza dell’utente è una semplice conseguenza in una buona progettazione.
Quali differenze ci sono tra Graphic Designer, Industrial Designer e UX Designer?
Il Graphic Designer si occupa solitamente di branding ed illustrazioni, quindi della veste grafica delle cose. L’Industrial Designer invece si occupa di tutti i prodotti fisici, toccabili con mano, come ad esempio un telefono o citofono. Lo UX Designer invece si può occupare sia del design 2D (come nel caso di un’app) sia della definizione fisica di un prodotto, come ad esempio i tasti di un citofono.
Quali sono le diverse fasi di sviluppo di un progetto?
Dipende da progetto a progetto: solitamente si parte dalla richiesta del cliente, individuando cosa si vuole ottenere e determinando se si tratta di un prodotto nuovo o di un redesign (ovvero miglioramento) di un prodotto già esistente. Successivamente si fanno delle ricerche, poi si creano prototipi delle soluzioni e si testano (possibilmente servendosi di utenti veri): in questo modo si può capire se il prodotto funziona e in caso contrario, capire le motivazioni dei problemi del meccanismo. Le fasi di prototipazione e testing si ripetono fino a quando si raggiunge l’obiettivo preposto.
Quali sono gli escamotage per capire le esigenze di un utente?
Personalmente non credo ci siano dei veri e propri escamotage.
Quali sono i più comuni errori di progettazione di un prodotto?
Gli errori che si commettono più facilmente sono sicuramente mancare l’obiettivo preposto e sbagliare le priorità del progetto.
Alcuni lati positivi e alcuni negativi del tuo lavoro?
Un lato positivo del mio lavoro è sicuramente l’opportunità di poter migliorare qualsiasi cosa in modi diversi e innovativi; al contrario, un lato negativo è avere connaturato l’occhio da “designer”, trovando problemi in qualsiasi cosa, anche nei prodotti più banali che utilizziamo ogni giorno.
Dato che tu hai lavorato anche all’estero, che differenze trovi rispetto all’Italia nel mondo dello UX Design?
Dipende molto da paese in paese, in Giappone per esempio è difficilissimo raccogliere feedback da parte degli utenti poiché le persone sono molto educate e hanno timore ad indicare un problema nel prodotto.
Trovi sia produttivo lavorare in collaborazione con altre persone?
A mio parere la fase di brainstorming è sicuramente una tra le più importanti di tutto il progetto.
Che consigli daresti ad un ragazzo interessato a questo ambito?
Ti consiglio di iniziare a creare dei progetti, anche se non sei ancora particolarmente bravi in questo settore, posso assicurati che l’esperienza fa la differenza.
Per concludere citiamo una celebre frase Donald Norman che sintetizza perfettamente tutto quello che è il mondo dello UX Design:
Design is really an act of communication, which means having a deep understanding of the person with whom the designer is communicating.
“Il design è veramente un atto di comunicazione, che significa avere una comprensione profonda della persona con la quale il designer sta comunicando.”