Per scrivere questo articolo ho dovuto fare un piccolo viaggio nel tempo. Ormai è passato più di un anno e mezzo da quando sono partita per il Lussemburgo come au-pair: un’esperienza che mi ha cambiata!
All’estero come ragazza alla pari: la scelta giusta per me dopo il diploma!
Nell’estate 2016 mi sono diplomata. Nonostante la malinconia per la fine di un bel percorso, le prospettive per il mio futuro fuori dal liceo mi rendevano entusiasta. Il mio sogno era studiare in Scozia, ma l’ammissione non era facile nè immediata. Non volendo forzare i tempi e rischiare di fare scelte poco meditate, ho preferito non iscrivermi all’università a settembre.
I miei genitori non erano troppo contenti della mia decisione: “E se poi non studi più? Non avrai intenzione di passare un anno sul divano spero!”
Certo che no! Avevo in mente piani ben più importanti: un’esperienza all’estero!
Fare l’au pair è una scoperta e una sfida continua
Ho individuato la mia famiglia ospitante proprio tramite una conoscenza di mia mamma. Erano alla ricerca di una ragazza alla pari, una au pair che aiutasse a prendersi cura di tre bambini. Il tempo di fare le valigie e sono partita per il Lussemburgo!
Ma fare la ragazza alla pari non è facile. Si tratta di imparare ad essere molto pazienti, empatici, essere sempre pronti a prendersi carico delle responsabiiità. Tuttavia, non è un lavoro fisicamente stancante se non ti viene richiesto di occuparti delle faccende di casa. Emotivamente può rivelarsi impegnativo per il fatto che vita privata e lavoro si svolgono sotto lo stesso tetto.
E’ un’esperienza però che mi ha cambiato la vita. In primis, ho imparato il francese. Il mio contratto come au pair, infatti, prevedeva un corso di lingua straniera completamente a carico della famiglia ospitante. Inoltre, ho imparato a gestire il mio tempo in modo efficace e ad essere flessibile, perchè spesso capita che la famiglia abbia delle necessità inaspettate.. E in quel caso bisogna mettere la sesta della Panda e affrontare il traffico di Lux in piena ora di punta!
Inoltre lavorare con i bambini mi ha rivelato tantissimi aspetti di me stessa che non avrei potuto comprendere facendo un altro lavoro o un’esperienza più “tradizionale”.
Ho incontrato una nuova cultura
Al di fuori del nucleo famigliare, Lussemburgo mi ha permesso di conoscere una realtà diversa da quella italiana a cui ero abituata. Ho vissuto immersa in una società dove avere due genitori di nazionalità distinte è la norma, non un’eccezione: ho incontrato un Paese dinamico, che accoglie le nuove generazioni a braccia aperte.
Vivere all’estero però mi ha insegnato tantissimo anche della mia Bella Italia. Ho scoperto che tante cose che davo per scontato sono invece una prerogativa nostra che ci rende speciali agli occhi degli altri Paesi.
Buttati, ma con consapevolezza!
Ci sarebbero così tante cose da raccontare, ma voglio concludere con un consiglio, rivolto soprattutto a chi sta per terminare le scuole superiori e sente che l’università ora non è la scelta più azzeccata. Ti autorizzo a non ascoltare I tuoi professori, genitori e amici. Ma ad una condizione! L’ultimo anno la pressione sulle scelte del futuro è tanta e una volta finito tutto l’idea di sparire per un po’ con un’esperienza all’estero è allettante. All’estero le opportunità per i giovani sono molte, perciò è importante darsi un obiettivo! Rendi il tuo gap year un anno di crescita personale e sarai ripagato!
Ps: ora studio in Scozia, e la mia famiglia ospitante del Lux è già venuta a trovarmi a Edimburgo! Che legami speciali si formano!